Ancora non si sa cosa ne pensi il Giancarlo Giorgetti ministro dell’Economia. Ma se c’è una cosa a cui il Giancarlo Giorgetti ministro dello Sviluppo Economico è stato particolarmente attaccato è il caso Corneliani, di cui si è assunto la piena paternità dopo averlo letteralmente strappato dalle mani della sua vice Alessandra Todde, a solo un mese dall’insediamento al ministero. Eppure la collega Pentastellata aveva seguito la vertenza della maison mantovana fin dall’inizio, come ricordava tempo fa il Manifesto motivando l’entusiasmo “con ragioni elettorali: si tratta di una azienda della leghista Mantova”.

Talmente tanto entusiasmo che l’arrivo di Giorgetti sulla scena riesce addirittura a far rompere istantaneamente gli indugi a una Invitalia per una volta titubante in tema di aiuti pubblici e finanziamenti a fondo perduto a chicchessia. Il braccio finanziario del ministero dello Sviluppo economico guidato da Domenico Arcuri esitava da quasi un anno e il promesso fondo da 10 milioni era bloccato mentre la casa di moda andava sempre peggio.

Comprensibile: non c’erano cavalieri bianchi o banali compratori sulla scena e il denaro sarebbe andato al fondo d’investimento del Bahrein che aveva rilevato l’azienda da una manciata di anni. Investcorp, quello che in queste ore è dato in lizza per l’Inter e prima ancora lo era dato per il Milan, ma più probabilmente per il discusso progetto immobiliare per il nuovo stadio di Milano. Ma Investcorp è molto, ma molto di più. Come ricordava tempo fa Gli Stati Generali, si tratta di una realtà creata 40 anni fa per permettere alle famiglie più ricche del Golfo Persico di investire negli Stati Uniti e in Europa, dopo aver comprato a piene mani marchi di eccellenza tra cui l’italiana Gucci. E quindi, qual è il problema? Che non si sa di chi sono i soldi, come ricordava la testata online: “Difficilissimo dirlo, perché Investcorp nasconde i propri azionisti in un reticolo di società controllato da una holding alle isole Cayman, al riparo dagli sguardi indiscreti di chi chiede trasparenza dei mercati finanziari. Nel consiglio di amministrazione seggono rappresentanti delle famiglie reali dell’Arabia Saudita, degli Emirati, del Kuwait, dell’Oman e del Qatar”.

Sicuramente il ministro Giorgetti ha avuto delle informazioni in più sull’identità dei proprietari e sulla provenienza dei capitali, visto che col suo arrivo sulla scena, nella primavera del 2021, magicamente il Mise ha tirato fuori dal congelatore i 10 milioni di euro e ha trasformato lo Stato italiano in socio di Investcorp, che ha sua volta ha messo sul piatto 7 milioni per un totale di 17 milioni di euro per rimettere in pista la Corneliani. Un colpo da maestro, si deve essere detto Giorgetti che da allora parla di metodo Corneliani e alla vicenda ha dedicato una sezione del sito del ministero. Dove non si parla però del fatto che Investcorp, come raccontato tra gli altri da Repubblica, in base ad accordi pregressi avrebbe dovuto versare nella Corneliani esattamente 17 milioni di euro entro giugno del 2021. Un affarone, insomma!

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