Non solo bollette di luce e gas alle stelle. Oltre 60mila famiglie non potranno contare fino a fine anno sul bonus asilo nido, un contributo che va da 136 a 272 euro al mese a seconda dell’Isee. Le risorse a disposizione dell’Inps sono infatti finite e gran parte di coloro che hanno iscritto il proprio figlio a un nido per la prima volta a settembre si è ritrovata con la domanda “protocollata con riserva”: a fine anno cioè si vedrà se chi già usufruisce del bonus lo avrà richiesto per meno mensilità del previsto, magari perché il figlio è stato assente per diverse settimane, e in tal caso si libereranno risorse da destinare alle nuove domande, in base all’ordine di presentazione. Ma i soldi arriveranno in questo caso ai beneficiari con almeno quattro mesi di ritardo. Se invece non si libereranno risorse sufficienti, le famiglie escluse rimarranno a bocca asciutta e non potranno contare sul contributo per i mesi da settembre a dicembre: una somma che davano per scontata e che è compresa tra 544 e 1.088 euro. Contattato da ilfattoquotidiano.it, l’Inps fa sapere di aver già richiesto al governo un rifinanziamento della misura.

Il bonus asilo nido è una misura di sostegno economico sotto forma di rimborso di parte delle spese sostenute da chi iscrive i figli a un nido pubblico o privato autorizzato, oppure da chi ha bisogno di un supporto a casa per bambini sotto i tre anni che per gravi patologie croniche non possono frequentare l’asilo. È stato introdotto dalla legge di bilancio 2017, con risorse che sono via via aumentate fino a uno stanziamento da 553,8 milioni di euro per il 2022, più di quanto sia stato erogato dall’Inps negli anni passati. Secondo il report dell’IstatNidi e servizi integrativi per la prima infanzia” dello scorso novembre, nel 2019 la misura è costata all’Inps 241 milioni, mentre nel 2020 197 milioni, con un calo di 44 milioni a causa del Covid, che ha portato a chiusure temporanee dei nidi e alle rinuncia di molte famiglie a portare i bimbi con regolarità all’asilo. Nel 2019 i percettori sono stati 289mila, per un numero medio di 6,4 mensilità percepite e 833 euro annui, mentre nel 2020 i percettori sono stati 272mila, con 4,6 mensilità percepite in media e 725 euro nel corso dell’anno.

A fronte di tali numeri, ilfattoquotidiano.it ha chiesto all’Inps come mai quest’anno 553,8 milioni, cioè più del doppio di quanto erogato nel 2019, non siano al momento sufficienti a garantire il bonus a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta. “Abbiamo acquisito dall’utenza circa 365.000 domande e ne abbiamo altre 61.565 che, al momento, sono state protocollate con il meccanismo della riserva”, rispondono dall’istituto che sull’incremento delle istanze ricevute dice: “Per quanto concerne il trend demografico in ascesa, o le motivazioni socio-economiche che tendenzialmente potrebbero aver generato un aumento delle richieste, riteniamo che la risposta debba essere la risultante di indagini statistiche mirate, al momento non disponibili”.

In ogni caso, il risultato è uno: oltre 60mila famiglie rischiano di rimanere escluse, per di più in un momento in cui molti italiani sono già messi alle strette da crisi energetica e inflazione. “Per ora non abbiamo possibilità di istruire positivamente queste domande – spiega l’Inps – ma le stesse non vengono respinte e restano in attesa di nuove fonti di finanziamento. Al riguardo, infatti, va precisato che le domande protocollate ‘con riserva’ potranno essere liquidate per effetto del graduale sblocco degli importi eventualmente impegnati dai cittadini per le varie mensilità del nido, ma non utilizzati. Nonostante la previsione di una ‘riserva’ costituisca un meccanismo virtuoso, che ci aiuta a recuperare domande utili e budget, lo svincolo delle risorse con i meccanismi sopra descritti, seppure avverrà con buone probabilità, resta pur sempre eventuale. L’Istituto ha quindi già tempestivamente provveduto a richiedere al Ministero ulteriori risorse per un nuovo finanziamento della misura”. Intanto le famiglie rimaste senza bonus incrociano le dita. In attesa di una risposta del governo.

Twitter @gigi_gno

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