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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 17:19 del 16 Ottobre 2022

Il racconto di Vittorio Polacco, sopravvissuto al rastrellamento del Ghetto di Roma: “Così mio zio mi consegnò alla portinaia e mi salvò la vita”

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Il giorno del rastrellamento del ghetto di Roma Vittorio Polacco aveva due anni e mezzo. “Stavo con i miei nonni paterni. Mi presero assieme ai miei zii, i miei nonni e i miei cugini e mi salvai solo io” racconta nel 79n anniversario della razzia. Era l’alba del 16 ottobre 1943, una delle pagine più buie della nostra storia. “Il camion aveva gli indirizzi di tuti gli ebrei. In via della Luce, dove abitavano mio padre e mia madre che non c’erano, la portinaia si avvicinò e mi riconobbe. Quando il tedesco scese per fumarsi la sigaretta mio zio mi butto verso la portinaia, che mi portò via di corsa”. In 1259 – 689 donne, 363 uomini e 207 bambini – furono costretti ad abbandonare le loro abitazioni, a lasciarsi alle spalle tutte le cose e i ricordi di una vita. “Oggi racconto la mia storia nelle scuole. Quando ascoltano la mia storia, i ragazzi piangono

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