È stato di nuovo rinviato il ritorno sulla Terra di Samantha Cristoforetti. Già il 12 ottobre la partenza della navetta Crew Dragon Freedom era stata spostata di un giorno a causa di forti venti e pioggia al largo del Golfo del Messico. Lo ha reso noto la Nasa. L’astronauta dell’Esa poco prima dell’annuncio dell’ulteriore ritardo aveva scritto sui social: “Ci stiamo preparando per la partenza e l’ammaraggio! Ecco, è stata la mia ultima notte in assenza di peso, la prossima volta che andrò a dormire sarà in un letto. Agrodolce!”. La Stazione Spaziale internazionale ha spiegato che la prossima finestra disponibile per lo sgancio sarà venerdì 14 ottobre, intorno alle 17.30 italiane.

L’agenzia spaziale ha assicurato che “i responsabili della missione continuano a controllare il fronte di aria fredda sulla Florida” e che terrà quindi monitorate le condizioni metereologiche del luogo dove dovrebbe avvenire l’ammaraggio. Samantha Cristoforetti, astronauta dell’Esa, è stata per 15 giorni a capo della Stazione Spaziale Internazionale. È stata la prima europea a portare a termine una passeggiata spaziale, oltre che la prima donna europea al comando dell’Iss. “È stato un comando breve, ma intenso. Sono stata fortunata ad avere avuto questa possibilità, è un piacere, un onore e un privilegio avere condiviso questa esperienza con voi. Grazie all’Italia”, ha dichiarato l’astronauta prima di passare il comando al collega Sergey Prokopyev.

Samantha Cristoforetti e dei suoi tre compagni di equipaggio avrebbero dovuto iniziare le operazioni per il ritorno alle 14,20 italiane, con la chiusura del portello della navetta Crew Dragon Freedom. L’ammaraggio era previsto alle 23,43 italiane di questa sera, dopo poco più di 7 ore di volo, contro le 20 ore che sarebbero state necessarie nei piani del primo viaggio.

La spiegazione è nel fatto che l’orario di rientro dipende da dove si parte, dove arriva e quando, osserva il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Giorgio Saccoccia.
“Quando avviene la separazione della navetta dalla Iss, quest’ultima si trova sopra un certo punto della Terra e da lì – spiega Saccoccia – la navetta deve raggiungere un punto virtuale dal quale iniziare il corridoio di rientro“, un percorso le cui coordinate sono ben definite. “Il tempo necessario alla navetta per andare dalla Stazione Spaziale al corridoio di rientro varia a seconda del momento in cui avviene il distacco e del punto previsto per l’ammaraggio”, aggiunge Saccoccia. Si spiega in questo modo il fatto che nella giornata del 12 ottobre erano previste oltre 20 ore per raggiungere l’ammaraggio previsto nella zona dell’Atlantico al largo di Tampa, mentre il 13 ottobre per l’ammaraggio al largo di Tallahassee il viaggio di rientro sarebbe durato solo sette ore.

Articolo Precedente

Cosi cellule cerebrali cresciute in provetta “giocano” con un videogame degli anni ’80

next
Articolo Successivo

Suona il sassofono mentre gli asportano un tumore al cervello: a Roma l’intervento chirurgico di ‘awake surgey’

next