Manca meno di una settimana al voto e anche nei partiti europei (e non solo) si inizia a guardare con attenzione agli ultimi sussulti della campagna elettorale italiana. Proprio allo sprint finale, nel tentativo di dare il proprio contributo per il successo dei rispettivi alleati a Roma, anche leader e formazioni straniere si schierano a sostegno dei vari candidati. E se il partito del cancelliere tedesco, Olaf Scholz, invita a sostenere Enrico Letta e il Pd per scongiurare un governo con il “partito post-fascista” di Giorgia Meloni, a destra è Marine Le Pen che manda messaggi di sostegno privati a Matteo Salvini. Mentre Luigi De Magistris è riuscito ad avere in Italia sul suo palco Jean-Luc Mélenchon, leader del partito di sinistra francese La France Insoumise.

Più ci si avvicina alla data del voto e più l’appoggio dei leader stranieri può diventare determinante. Così, solo nella giornata di lunedì, si sono registrate diverse prese di posizione. La più netta è sicuramente quella della Spd tedesca che per sostenere il segretario del Partito Democratico ha lanciato l’allarme sull’ipotesi di un governo guidato da Fratelli d’Italia: “Sarebbe davvero un segnale importante se Enrico Letta potesse vincere e non Meloni, che, come partito post-fascista, porterebbe l’Italia in una direzione sbagliata – ha detto il presidente socialdemocratico Lars Klinhgbeil – La preoccupazione in vista del voto in Italia c’è, ma le elezioni si possono vincere anche agli ultimi metri”.

Meloni non può contare su un appoggio così deciso e soprattutto, almeno per il momento, non alla vigilia delle elezioni. L’unica apertura, in qualche modo inaspettata dato che arriva da un’esponente dei Democratici americani, è stata quella risalente a inizio settembre da parte di Hillary Clinton, non certo risparmiata dalle critiche della stessa leader di FdI durante il suo mandato come segretario di Stato Usa nell’amministrazione Obama. Quello dell’ex first lady non può essere definito un vero e proprio endorsement, ma in un’intervista al Corriere ha comunque detto di ritenere positiva la prospettiva di una premier donna: “L’elezione della prima premier in un Paese rappresenta sempre una rottura col passato ed è sicuramente una buona cosa – ha dichiarato – Però poi, come per ogni leader, donna o uomo, deve essere giudicata per quello che fa”. Sulla distanza di opinioni rispetto alla Meloni aveva poi aggiunto: “Non sono mai stata d’accordo con Margaret Thatcher, ma ho ammirato la sua determinazione. Chiaramente poi si votano le idee”. E conclude sostenendo che le donne a destra sono molto più supportate dal partito rispetto che a sinistra: “Vengono protette dal patriarcato perché spesso sono le prime a supportare i pilastri fondamentali del potere maschile e del privilegio. Oggi, in America, le leader di destra sono contro l’aborto, molto in favore delle armi“.

Anche Matteo Salvini ha fatto sapere di aver ricevuto il sostegno, seppure in privato, della sua principale alleata a livello europeo, la leader di Rassemblement National Marine Le Pen. Come comunicato dalla Lega, è arrivato un “messaggio affettuoso di Marine Le Pen a Matteo Salvini a 24 ore dal raduno di Pontida e nel giorno in cui il leader della Lega parla all’americano Newsmax: ‘Buona fortuna Matteo! Ancora e sempre con te!’, ha scritto la presidente del Rassemblement National“.

Il primo leader della coalizione di centrodestra a ricevere sostegno dagli alleati europei, però, è stato Silvio Berlusconi. Già il 31 agosto il presidente del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber, nel corso di un incontro con il leader di Forza Italia ha dichiarato che il voto per il partito di Berlusconi è quello che offre più garanzie sul fronte europeista: “Sostengo gli amici di Forza Italia – ha detto Weber in un video insieme a Berlusconi – come custodi di un governo europeista, necessario in questo momento. Tutti quelli che vogliono un governo esperto ed europeista devono votare Forza Italia”.

Da Bruxelles è arrivato anche un endorsement che ha provocato non poche polemiche. Perché esplicitato da uno dei vicepresidenti della Commissione Ue che durante i briefing con la stampa non dimentica mai di ribadire di essere un’istituzione super partes e di non voler interferire negli affari interni degli Stati membri: l’olandese Frans Timmermans. Le parole che hanno suscitato la reazione dei tre principali partiti di centrodestra sono state pronunciate nel corso di un evento a Firenze e poi in un’intervista a Repubblica: “L’agenda sociale della destra fa paura – ha detto – La Commissione è neutra. Personalmente sono di sinistra, dunque a me viene piu’ facile lavorare con Enrico Letta. Non conosco Giorgia Meloni, ma so che abbiamo bisogno di una visione che è quella sulla quale si è lavorato grazie a Mario Draghi“.

La sinistra europea meno moderata guarda invece a Luigi De Magistris e a Unione Popolare. Tanto che Jean-Luc Mélenchon non si è limitato a mandare il proprio messaggio di sostegno, ma è arrivato di persona a Roma, nel quartiere Quadraro, ad arringare la folla arrivata per ascoltare l’intervento di De Magistris salendo in piedi su una sedia: “Sono a Roma per sostenere la candidatura dell’amico Luigi De Magistris, l’unico in grado di portare la rottura necessaria“, ha dichiarato poi alla stampa. Una rottura che si traduce nel “mandare tutti a casa: chi distrugge il pianeta, chi impoverisce il popolo, chi ha sempre governato. Se non ci fosse Unione Popolare non ci sarebbe nessuna discussione perché in Italia, come in Francia, sono tutti d’accordo. Noi siamo gente concreta, loro gli ideologi del mercato. Bisogna avere la pazienza di condurre una linea politica fino a ottenere la fiducia delle persone. Il voto utile è quello per Luigi”.

De Magistris ha poi incassato anche il sostegno di un altro partito di stampo socialista come Podemos. È stato il suo fondatore Pablo Iglesias a chiedere il voto per la formazione guidata dall’ex magistrato napoletano: ”Per me è un onore sostenere Unione Popolare – ha detto – e se fossi italiano li voterei. Loro rappresentano un’alternativa democratica in un contesto molto pericoloso per l’Europa, dove l’estrema destra e anche i tecnocrati rappresentano una minaccia contro la democrazia e contro i valori antifascisti del dopoguerra”. Iglesias ha sottolineato che ”siamo in un momento molto importante per l’Europa, dove la costruzione di un movimento democratico dal basso a livello europeo è fondamentale per la difesa della democrazia e Unione popolare è un riferimento fondamentale per noi. Adesso siamo in una situazione in cui la terza economia della zona euro, l’Italia, potrebbe essere in mano a due forze di estrema destra e di Berlusconi. In Spagna alcuni studi demoscopici dicono che potrebbe esserci la stessa situazione e questo è un problema per la democrazia, per i valori europei sia in Spagna che in Italia, e dunque bisogna difendere la democrazia, i diritti umani e i valori democratici”.

Infine, si è anche discusso sul fatto che Donald Trump possa o meno sostenere la corsa di Giuseppe Conte e del Movimento 5 Stelle. Questo semplicemente perché, dopo anni di aperto sostegno da parte di Matteo Salvini, il tycoon nel corso di una cena ha manifestato maggior interesse per il leader pentastellato, secondo quanto riportato da Repubblica: “Giuseppe? Come sta il mio ragazzo? Ho lavorato bene con lui, spero che faccia bene”.

Twitter: @GianniRosini

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