Il colosso francese Électricité de France (Edf) lancia un nuovo allarme sui suoi conti. Nel 2022 i profitti, avvisa il gruppo, potrebbero aver subito un calo di 29 miliardi di euro rispetto al 2021 a causa principalmente dei problemi al parco delle centrali nucleari. In precedenza l’impatto sul bilancio era stato quantificato in 24 miliardi. Gli impianti atomici gestiti sono in tutto 56 ma circa la metà è ferma da mesi per problemi di manutenzione e di imprevista usura. In tempi normali la Francia ricavava dal nucleare circa il 70% del suo fabbisogno energetico, ora la quota si è ridotta significativamente costringendo il paese per la prima volta a diventare un importatore di elettricità anziché un esportatore.

Nei mesi estivi la situazione è peggiorata a causa di siccità e caldo anomalo. L’acqua dei fiumi è indispensabile per far funzionari le centrali, quando è troppo calda insorgono anche problemi di natura ambientale. Edf, di cui il governo francese detiene già l’84%, sta per essere completamente nazionalizzata. Una mossa che si sarebbe resa indispensabile per sostenere i costi legati al programma nucleare. Il gruppo ha fatto però causa al governo francese chiedendo 8 miliardi di euro di risarcimento, questa, secondo Edf la perdita accusata a causa del tetto agli aumenti in bollette (massimo + 15%) deciso da Parigi.

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Governo tedesco in soccorso degli operatori energetici. Tre nazionalizzazioni per scongiurare il collasso finanziario del sistema

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