“D’accordo nel presentarci divisi con il Pd? Se il Pd non avesse preso una decisione che trovo irragionevole, eravamo d’accordo a metterci intorno a un tavolo e a valutare la possibilità di presentare agli elettori un programma congiunto. Poi semmai non avremmo trovato la quadra perché ci saremmo ritrovati con questa proposta egemonica da respingere, non lo so..”. Così Giuseppe Conte, alla Festa del Fatto Quotidiano, durante il dibattito “Che cosa vogliono i 5 stelle”, insieme a Chiara Appendino, Peter Gomez e Antonio Padellaro.

“Invece è successo che purtroppo, gli ex amici del Pd hanno iniziato ad avere dei sondaggi in mano, hanno letto un po’ troppo i titoli dei giornali e sono rimasti fuorviati – ha spiegato – Hanno letto che c’era un centro al 15%, hanno letto che l’astro nascente del M5s era Luigi Di Maio, hanno pensato che il vero Movimento fosse nella scissione di Di Maio, hanno abbracciato la prospettiva di una coalizione, hanno cercato di abbracciare di tutto. Però il M5s pensavano fosse in picchiata libera…”.

Un errore non tanto tecnico, dovuto ai sondaggi, ma da imputare a “valutazioni politiche errate“. “Il sondaggio lascia il tempo che trova, io non mi faccio certo condizionare un percorso politico – ha concluso il leader pentastellato – Se tu ritieni di essere l’interprete principe di un’area progressista, tu persegui un progetto politico non leggi i sondaggi”.

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