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Caro gas, la cartiera Pirinoli (salvata dai lavoratori) costretta a chiedere la cig: “Bollette aumentate dell’800% in un anno”

"Un anno fa pagavamo 400mila euro a bolletta, con il valore attuale del gas potremmo arrivare a pagare 5 milioni per lo stesso quantitativo di gas” racconta Silvano Carretto, il presidente della cooperativa nata nel 2015 per rilevare l'azienda dopo il fallimento della precedente gestione. E' il primo fermo dopo sette anni: anche durante il picco del Covid i bilanci sono stati chiusi in utile
Caro gas, la cartiera Pirinoli (salvata dai lavoratori) costretta a chiedere la cig: “Bollette aumentate dell’800% in un anno”
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I lavoratori della cartiera piemontese Pirinoli sono abituati a superare le crisi. Quando nel 2015 la loro azienda stava per fallire, se la sono comprata costituendo una cooperativa per darle una nuova vita. Oggi però di fronte al caro bollette si sono dovuti fermare e hanno chiesto la cassa integrazione per novanta persone. Il costo dell’energia è diventato insostenibile. In un solo anno è aumentato dell’800 per cento. Gli ordini non mancano ma tutte le entrate sarebbero assorbite dai rincari. Così è arrivata la decisione dello stop alla produzione e della cassa integrazione.

“Un anno fa pagavamo 400mila euro a bolletta, con il valore attuale del gas potremmo arrivare a pagare 5 milioni di euro per lo stesso quantitativo di gas utilizzato” racconta Silvano Carretto, il presidente della cooperativa nata nel 2015 come “Workers Buyout”. Un’impresa rigenerata dai lavoratori stessi che per evitare il licenziamento dopo il fallimento della precedente gestione ne hanno acquisito la proprietà costituendosi in cooperativa. In questi sette anni la produzione di cartoncino per l’imballaggio dei prodotti alimentari della grande distribuzione non si è mai fermata. Anche durante il Covid l’azienda ha sempre chiuso in utile i bilanci riuscendo a distribuire ristori ai soci. Ma dall’inizio del 2021 lo scenario è cambiato. “Da quel momento il costo dell’energia è iniziato ad aumentare – spiega Carletto – abbiamo provato ad attutirlo aumentando i prezzi dei nostri prodotti ma ora non è più possibile”. E così l’azienda simbolo della rinascita, questa volta, si è dovuta fermare.

E a rischio non ci solo solo 90 famiglie ma anche altre 40 legate all’indotto oltre ad un territorio che è legato alla storia di quell’azienda. “Speriamo di ricorrere alla cassa integrazione il meno possibile, ma è chiaro che servono interventi e aiuti concreti, come il price cap (un tetto ai prezzi) sul costo del gas – aggiunge il presidente della Cooperativa – noi lavoriamo sul mercato internazionale e molti nostri competitor, proprio per politiche più favorevoli alle imprese energivore, non hanno così tante difficoltà”.

Negli scorsi anni l’azienda piemontese ha investito in innovazione adeguando i macchinari in un’ottica di risparmio energetico ma non è bastato. I costi dell’energia sono diventati proibitivi per tutte quelle aziende energivore. Gli operatori del settore continuano a lanciare appelli al governo affinché si prendano dei provvedimenti. Un grido di allarme che arriva anche dal presidente di Legacoop Piemonte Dimitri Buzio. “Oggi i nostri settori, dalla cartiera fino alla grande distribuzione, ai trasporti, alle cooperative sociali e all’agricoltura, sono messe di fronte a una condizione insostenibile se non si interviene prontamente”.

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