È il giorno atteso da settimane: la delegazione dell’agenzia Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) è arrivata a Zaporizhzhia dove svolgerà l’ispezione indipendente per stabilire se la centrale, in mano ai russi dopo l’invasione dell’Ucraina ordinata da Vladimir Putin, rispetti gli standard di sicurezza e se esistano reali rischi imminenti di incidente nucleare. Mosca, per bocca della portavoce del ministero degli esteri, Maria Zakharova, ha fatto sapere che “farà tutto il possibile per assicurare il successo della visita”. Il direttore generale dell’Agenzia, Rafael Grossi, che è parte della delegazione, ha inoltre manifestato l’intenzione di istituire una missione permanente nell’impianto. Intanto, continuano gli scontri tra le due parti in conflitto e si registra un nuovo incendio in un deposito di petrolio nella Crimea occupata dai militari del Cremlino.

L’impegno per il successo dell’ispezione promesso da Zakharova, però, sembra contrastare con le dichiarazioni rilasciate da Volodymyr Rogov, membro del consiglio regionale di Zaporizhzhia nominato dai russi, che ha anticipato l’intenzione delle autorità occupanti di non concedere alcun pass speciale per favorire l’accesso della delegazione: “La missione Aiea farà la fila per arrivare nella parte liberata della regione di Zaporizhzhia. Ciò è dovuto al fatto che non verranno rilasciati pass speciali”. Gli ispettori dell’agenzia Onu “potrebbero arrivarci rapidamente e senza ostacoli dalla Russia”. Inoltre, la nuova amministrazione smentisce anche che l’Agenzia possa stabilire nella cittadina sulle rive del fiume Dnepr una missione permanente: “La missione degli ispettori dell’Aiea alla centrale nucleare di Zaporizhzhia durerà solo un giorno”, ha detto Yevhen Balytskyi, capo dell’amministrazione civile-militare dell’Oblast di Zaporizhzhia. Gli ispettori “hanno un giorno per ispezionare il funzionamento dell’impianto. Se diranno che è necessario intervenire su alcuni elementi, saremo in grado di farlo nel corso dell’ispezione”. Balytskyi ha anche detto che la parte russa è pronta a mostrare “le prove degli attacchi ucraini alla centrale” e a fornire “testimonianze dei residenti locali” durante la visita della missione deli ispettori.

A dare notizia del rogo vicino alla città di Dzhankoy è Nexta, sito d’opposizione bielorusso che trasmette in inglese da Varsavia, citando canali Telegram locali. Nexta accompagna il tweet con un breve video di un sito in fiamme da cui si leva una gigantesca colonna di fumo nero. Non è ancora stato chiarito dall’una o dall’altra parte se l’incendio sia la conseguenza di uno degli attacchi sferrati dall’Ucraina nella penisola sul mar Nero, nel tentativo di riconquistarla. I filo-russi fanno però sapere che le forze ucraine hanno lanciato nelle ultime 24 ore oltre 60 attacchi contro la città di Energodar che ospita la centrale nucleare di Zaporizhzhia, compresa l’area dell’impianto stesso. “Le forze armate ucraine continuano a bombardare Energodar e la centrale nucleare di Zaporizhzhia in vista della visita di una missione dell’Aiea – dicono – La centrale, il territorio circostante e la città hanno subito più di 60 attacchi di droni e artiglieria ad alto esplosivo-frammentazione dal lato di Marhanets“.

Per tutta risposta, Kiev sostiene che le truppe russe stiano colpendo con l’artiglieria Energodar, come detto dal capo dell’amministrazione militare del distretto di Nikopol, Yevhen Yevtushenko, che ha definito l’attacco una “provocazione”. Yevtushenko ha sottolineato che nei bombardamenti è stato danneggiato l’edificio del Comune di Energodar: “Sulla sponda opposta (del fiume Dnipro), l’esercito russo sta bombardando Energodar. Lo scopo di questa azione è quello di creare un’immagine adeguata per la commissione dell’Aiea e di formare un pool di residenti locali che, sotto le telecamere dei media, informino la commissione sull’attacco alla città dal nostro lato del bacino”, ha scritto il funzionario su Telegram. Da parte sua, il sindaco della città, Dmytro Orlov, ha pubblicato una foto dell’edificio comunale con diverse finestre rotte e parte della facciata danneggiata, senza fornire ulteriori dettagli. Secondo canali locali di Telegram l’edificio sarebbe stato colpito da un drone.

La Russia sostiene anche che il tentativo di controffensiva ucraina al sud ha subito una pesante sconfitta: l’esercito di Kiev, dicono, ha perso oltre 1.700 uomini, quattro aerei e 63 carri armati in due giorni di “fallita” offensiva lungo la linea Mykolaiv-Krivyi Rih, nel sud del Paese, e altri fronti: “Il tentativo del regime di Zelensky di riprendere l’offensiva nel settore Mykolaiv – ha detto il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov – è fallita. A seguito degli inutili attacchi ad Arkhangelske, Olhyne e Ternovi Pody, il nemico ha subito notevoli perdite ed è stato respinto dalle forze russe. In due giorni di attacchi infruttuosi nel settore Mykolaiv-Krivyi Rih e in altri settori, le forze ucraine hanno perso quattro aerei da guerra, tra cui due Su-25, un Su-24 e un MiG-29, mentre tre elicotteri Mi-8 ucraini sono stati colpiti a mezz’aria”.

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