La Russia aggrava la crisi energetica europea con un’altra stretta alle forniture. Come annunciato, Gazprom ha interrotto completamente i flussi di gas tramite il gasdotto Nord Stream 1. La condotta corre sotto il mar Baltico dalle coste russe a quelle tedesche con una capacità totale di 55 miliardi di metri cubi l’anno. Le spedizioni viaggiavano già su valori molto al di sotto della capacità massima e ora Mosca ha deciso un nuovo stop ufficialmente per ragioni di manutenzione dell’impianto: “Le sanzioni hanno reso impossibile la revisione delle turbine della stazione di avviamento del compressore del gasdotto”, sostiene l’ad Alexei Miller. Ieri il gruppo russo, che ha chiuso il primo semestre con un utile netto record di 2,5 trilioni di rubli, pari a 41,2 miliardi euro, aveva anche comunicato all’operatore francese Engie “la completa sospensione delle forniture di gas a partire dal primo settembre 2022 fino alla ricezione completa dei pagamenti per il gas fornito”, a causa del presunto mancato rispetto di alcune clausole contrattuali.

La premier francese Elisabeth Borne, intervistata dal canale tv Tmc, ha avvertito che, se l’inverno sarà molto freddo, sarà necessario staccare la corrente a rotazione – per periodi di “non più di due ore” – alle abitazioni. Una situazione che non dipende solo dalla crisi legata all’invasione dell’Ucraina ma è legata anche alla chiusura per manutenzione di circa metà dei reattori nucleari del Paese. La Francia dipende dall’energia nucleare per circa il 67% dell’elettricità, più di qualsiasi altro Paese, e dal gas per circa il 7%. L’eventuale razionamento delle forniture di gas , ha detto Borne, colpirà solo le imprese che sono i maggiori consumatori.

In teoria la sospensione dei flussi attraverso il Nord Stream dovrebbe durare tre giorni. Vedremo. Il blocco ha ripercussioni in tutta Europa. L’italiana Eni ha reso noto che “Gazprom ha comunicato per la giornata di oggi la consegna di volumi di gas pari a circa 20 milioni di metri cubi, a fronte di consegne giornaliere pari a circa 27 milioni di metri cubi effettuate nei giorni scorsi”. Il Cane a sei zampe “si riserva di comunicare eventuali aggiornamenti nel caso in cui vi fossero ulteriori variazioni significative nelle quantità in consegna comunicate da Gazprom”. Intanto la Russia sta aumentando le vendite verso altri compratori: “Le esportazioni verso la Cina nei primi otto mesi dell’anno sono aumentate del 60%”, ha detto l’ad di Gazprom Alexey Miller, sul canale Telegram del colosso dell’energia. Miller ha ricordato Gazprom sta iniziando a progettare un gasdotto per la Cina dall’Estremo Oriente russo.

Mercoledì mattina il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam, riferimento per gli scambi europei, ha aperto in rialzo del 5% a 278 euro per megawattora, circa dieci volte i prezzi di un anno fa, ma ha poi ripiegato decisamente al ribasso, sotto i 240 euro. La settimana prossima è previsto un vertice dei ministri europei dell’energia che dovrebbe discutere l’ipotesi di un tetto al prezzo del gas e del “disaccoppiamento” dei prezzi dell’energia elettrica da quelli del metano. Negli ultimi giorni il prezzo era sensibilmente calato, da oltre 330 a meno di 250 dollari, alla luce dei dati di riempimento dei siti di stoccaggio a livello europeo e in particolare di quelli tedeschi ormai sopra all’83%. Una volta che le riserve saranno state riempite almeno una parte della domanda di gas verrà meno, fattore che, a parità di offerta, dovrebbe attenuare le pressioni sui prezzi. La media di riempimento Ue è dell’80% con il dato italiano all’82%. Siti pieni consentono un qualche margine di sicurezza per i mesi invernali ma non sono risolutivi. Due giorni fa il governo francese ha avvisato le aziende di prepararsi a piani di razionamento.

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