Ben 14 dei 15 scatoloni di documenti sequestrati dall’Fbi nella villa di Donald Trump a Mar-a-Lago, in Florida, contenevano documenti riservati: 184 file in tutto, di cui 67 classificati come “confidential“, 92 come “secret” e 25 “top secret“, il più alto livello di segretezza previsto dagli apparati americani. È quanto emerge dopo la pubblicazione da parte del Dipartimento di Giustizia americano dell’affidavit (con omissis) su ordine di un giudice federale, dopo la richiesta inoltrata dai legali dell’ex presidente americano che chiedeva di rendere noti i motivi del blitz nella sua residenza, un’operazione senza precedenti nella storia americana. Alla diffusione del documento è seguita la risposta del tycoon: “Un totale stratagemma di relazioni pubbliche da parte del dipartimento di giustizia e dell’Fbi”, si è limitato a dire.

Ciò che emerge è che l’ex inquilino della Casa Bianca, nel corso del suo mandato, si è appropriato e ha conservato nella sua abitazione file che, almeno a quanto si apprende, sarebbero dovuti rimanere negli archivi delle istituzioni proprio per l’alto grado di riservatezza e per il pericolo, nel caso in cui fossero finiti nelle mani di soggetti esterni ai pochi addetti al loro controllo, di compromissione della sicurezza nazionale. Un comportamento per il quale ora il tycoon risulta indagato con l’accusa di spionaggio. Inoltre, l’Fbi fa sapere che dall’operazione potrebbero emergere le prove di ostruzione alla giustizia da parte dell’ex presidente.

Sono quattro gli obiettivi principali dell’inchiesta: determinare come i documenti classificati siano stati portati via dalla Casa Bianca, o da qualsiasi altro luogo deputato alla loro conservazione, per essere conservati a Mar-a-Lago; se il posto in cui sono stati conservati a Mar-a-Lago è autorizzato per la conservazione di informazioni classificate; se ci sono altri documenti classificati conservati in posti non autorizzati a Mar-a-Lago o altrove; identificare chiunque abbia rimosso o conservato informazioni classificate senza autorizzazione.

“Sulla base della mia esperienza e del mio addestramento, so che documenti classificati a questi livelli contengono tipicamente informazioni sulla difesa nazionale“, si legge nella dichiarazione giurata di 38 pagine in cui si precisa che “diversi documenti contengono anche appunti che sembrano essere stati redatti con la calligrafia dell’ex presidente”.

Il giudice Bruce Reinhart, che aveva ordinato al Dipartimento della Giustizia la pubblicazione della dichiarazione giurata, ha accettato gli omissis – importanti, secondo Cnn – del documento richiesti dal dipartimento per proteggere l’inchiesta in corso e testimoni che cooperano con la giustizia, molti dei quali potrebbero altrimenti essere riconosciuti.

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