di Andrea Fontana, sociologo della comunicazione

Sarà sicuramente avveniristica la campagna elettorale che ci aspetta ma che non ci meritavamo. Il Cavaliere Berlusconi usa già questo termine per definire il suo programma e detto da lui suona comico e grottesco; ma come ci ricorda la Treccani il significato del termine è indicativo. Avveniristico infatti significa relativo a narrazioni il cui contenuto è fantasticamente proiettato nel futuro. Proprio così: fantasticamente!

Vivremo due mesi fantastici in cui ci racconteranno di tutto e il contrario di tutto, trattandoci al solito come bambini, con quel gusto paternalistico che solo i boomer della politica italiana sanno ancora avere. Citando un grande saggio il sapore sarà quello del “gelato al cioccolato, dolce e un po’ salato”. Già in questo ore assaporiamo la dolce amarezza delle colpe: sei stato tu a far cadere Draghi, sono stati gli altri… senza considerare che Draghi forse si è fatto lo sgambetto da solo. L’operazione di distrazione di massa, mentre pensano alle coalizione e alle poltrone, funziona se e solo se trovi la vittima sacrificale.

Così per un po’, almeno nella prima metà del mese di agosto, ci dobbiamo sorbire l’operazione “capro espiatorio”: ci racconteranno di non aver responsabilità, che gli sbagli sono altrove. La destra, la sinistra, i centristi… sciocchezze già ascoltate un milione di volte. Ci dicono che è colpa dell’Europa, poi ci racconteranno dei peccati russi o americani, poi dei poteri forti; alla fine vedrete che ci sarà qualcuno che – pensando di far bene – arriverà a dare la colpa anche a noi: italiani e italiane ignoranti e indifferenti che pensano solo alle vacanze. Tiè!

Ma tranquilli, questa parte noiosa non durerà molto, dopo Ferragosto arriverà il vero e proprio clou divertente: il racconto fantastico nella sua quintessenza, sarà qualcosa di epico tipo Avengers. Una fiction politica che si baserà su tre assi o agende principali: Draghi vs populismi, élite vs popoli, lavoro vs finanza. “Favole della buona notte” pensate specificatamente per noi. La prima agenda, “Draghi vs populismi”, verrà portata avanti da una coalizione mista che terrà insieme Pd, Di Maio e ministri transfughi da Fi, come Brunetta & Co. Potremmo chiamarli le Chimere: metteranno insieme ideali contrapposti, chimerici appunto, e faranno sognare grandi diritti o compiti che solo Draghi – il più degno tra i degni – potrà adempiere.

La seconda agenda, “élite vs popoli”, sarà portata avanti da una buona parte del centrodestra, forse a trazione meloniana. Potremmo definire questa fazione i Titani: si ribelleranno alle forze superiori del Draghismo elitario per ergersi a unici paladini della verità dei popoli. E per favore non chiamateli populisti, non sarà questo il loro mito. E se farete così ci ammorberete nuovamente con una storia vecchia.

La terza agenda “lavoro vs finanza” sarà un tema jolly. Saporita spezia che aromatizzerà ogni racconto politico. Potrà essere usata bene da Conte e da quello che rimane del M5s e dal sodalizio misto dei vari gruppi anti-sistema. Potremmo nominarli i Centauri: custodi dei lavoratori e delle partite Iva, li proteggeranno dall’ira funesta dei colletti bianchi dell’alta finanza. Mostri senza occhi che non guardano al popolo. Anche questi, per cortesia, non chiamateli populisti. Non sarà il populismo la loro fiaba.

Tutto questo ci distrarrà? Molto, soprattutto perché avremo altro da fare. Ma noi – nella campagna elettorale più avveniristica di sempre – dovremo stare concentrati solo su poche questioni e capire come questi pseudo partiti, e “movimenti fiction”, potranno farci uscire dall’impasse più grave della nostra storia. Il rischio di passare l’inverno al freddo, senza soldi e in lockdown sanitario-energetico non è remoto e qualcuno dovrà farsi carico di guidare l’Italia in questa tempesta.

Per cui invece di ascoltare chi è migliore o peggiore tra chimere, titani e centauri, e dibattere di populismi o liberismi, chiediamoci: cosa faremo in Italia quando l’Europa in autunno ci chiederà di stare senza gas? Qual è il nuovo piano di gestione pandemica? Che fine hanno fatto i fondi del Pnrr e come andremo a prenderci le sovvenzioni mancanti? Saremo neutrali o co-belligeranti sull’Ucraina investendo altri denari in spese militari estere? Come le aziende, le partite Iva, i datori di lavoro e i lavoratori, affronteranno e supereranno le turbolenze economiche dell’autunno? Quali saranno le nuove politiche di tassazione vista la crisi finanziaria in cui versiamo?

Insomma le domande concrete ci sono. I partiti fiction anche. Godiamoci pure questa campagna elettorale fantastica, ma i migliori o i peggiori li misureremo così: in base alle risposte che sapranno dare a queste nostre epocali esigenze. Chiunque sarà il nuovo capo del governo dovrà fare i conti con queste fatali questioni. Ricordiamocelo mentre sceglieremo chi votare tra chimere, titani o centauri.

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