Ventuno caccia cinesi hanno fatto incursione nell’ area di identificazione di difesa di Taiwan, tra cui otto J-11 e dieci J-16, tutti entrati nella zona sudest rispetto all’isola. È ciò che denuncia Taipei che oggi 2 agosto ha accolto la speaker della Camera, Nancy Pelosi, in visita sull’isola. Il ministero della Difesa taiwanese, inoltre, ha risposto “alle voci online secondo cui i caccia Su-35 avrebbero attraversato lo Stretto di Taiwan“, definendole solo “fake news”. Il ministero degli Esteri di Pechino, come risposta, ha convocato in tardissima serata l’ambasciatore Usa, Nicholas Burns, esprimendo “forte opposizione e ferma condanna” per la visita. Il vice ministro Xie Feng ha parlato di “grave provocazione” e di “violazione del principio della Unica Cina”, secondo i media ufficiali. Il governo Usa “avrebbe dovuto frenare la mossa senza scrupoli di Pelosi e impedirle di andare contro la tendenza storica, ma invece l’ha assecondata e ha collaborato con lei, il che aggrava la tensione nello Stretto di Taiwan e danneggia gravemente i legami tra Cina-Usa”. Burns, riferisce il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, ha avuto un colloquio con le autorità cinesi. Il portavoce di Kirby ha sottolineato invece che la presenza di Pelosi sull’isola non cambierà la politica degli Stati Uniti verso Taiwan e ha aggiunto: “Stiamo monitorando il viaggio della speaker e vigileremo per garantire la sua sicurezza”.

Alla fine, dunque, è successo. Nonostante il parere contrario del Pentagono, la speaker della Camera americana, Nancy Pelosi, è atterrata all’ aeroporto Songshan a Taipei. Il Boeing C-40C (Spar19) della Us Air Force ha toccato il suolo taiwanese alle 16.45 ora italiana (22:00, ore locali) mentre una delegazione delle autorità del posto ha accolto la presidente. La visita “della nostra delegazione a Taiwan onora l’incrollabile impegno dell’America nel sostenere la vivace democrazia taiwanese“, così ha twittato la rappresentante della Camera appena arrivata a Taiwan. “Le nostre discussioni con la leadership di Taiwan- ha proseguito Pelosi nel tweet- riaffermano il nostro sostegno al nostro partner e promuovono i nostri interessi condivisi, incluso il progresso di una regione indo-pacifica libera e aperta“. A chiarire – se ce ne fosse stato bisogno- la posizione degli Stati Uniti nei confronti di Taiwan, arriva un editoriale scritto da Pelosi e pubblicato sul Washington Post, in cui spiega il perchè della sua visita, proprio come aveva fatto il presidente Joe Biden in occasione della sua recente visita in Arabia Saudita. “Di fronte alla crescente aggressione da parte del partito comunista cinese,- si legge nel pezzo- la visita della nostra delegazione deve essere considerata come una dichiarazione inequivocabile del sostegno dell’America a Taiwan, nostro partner democratico, mentre si difende e difende la sua libertà“.

Pelosi è la prima speaker a visitare l’isola dopo quella del 1997 di Newt Gingrich. In prossimità dell’arrivo del suo aereo, l’iconico grattacielo della capitale, il Taipei 101, ha lanciato i banner luminosi: “benvenuta a Taiwan, grazie speaker Pelosi”, mentre una folla festante ha accolto la speaker fuori dall’aeroporto con striscioni di saluto. La risposta di Pechino– come è facile intuire- è stata di tutt’altro tenore. “Una grave violazione del principio della Cina unica e delle disposizioni contenute in tre comunicati congiunti Cina-Usa”. Così, in una nota, il ministero degli Esteri cinese ha descritto la visita della presidente della Camera dei rappresentanti americana alla quale la Cina “si oppone con fermezza”. “Tutte le conseguenze derivanti” dalla visita di Pelosi – prosegue la nota del ministero cinese – “saranno a carico degli Stati Uniti e delle forze separatiste dell’ ‘indipendenza di Taiwan’”.

Le dimostrazioni di forza fra le due potenze in questa serata di grande attesa e suspense, si sono susseguite una dopo l’altra. Il portavoce del ministero della Difesa cinese, Wu Qian, ha annunciato che il Comando orientale dell’Esercito popolare di liberazione effettuerà operazioni di tiro di artiglieria a lungo raggio e lanci di missili nel mare a Est di Taiwan, come parte “di esercitazioni mirate” partite già questa sera in risposta alla visita della speaker della Camera. Wu Qian promette di “difendere risolutamente la sovranità nazionale e l’integrità territoriale e contrastare risolutamente le interferenze esterne e i tentativi separatisti” di Taiwan. Una decisione, questa, che arriva a conclusione di una serata scandita da continue minacce a distanza. Secondo i media internazionali, mentre l’aereo che portava Pelosi a Taipei atterrava allo scalo aeroportuale della capitale, infatti, caccia cinesi Su-35 avrebbero preso il volo sullo stretto di Formosa: ricostruzione che è stata smentita dalle autorità taiwanesi. Tutto ciò mentre veniva chiuso lo spazio aereo cinese. Dal canto suo, Washington ha mobilitato le sue forze nell’area. Quattro navi da guerra sono posizionate al largo di Taiwan, come riferiscono fonti del Pentagono a Fox news. Si tratta di esercitazioni standard ma la loro presenza, precisano le fonti, “potrebbe diventare una questione di sicurezza internazionale“. Le navi sono la USS Ronald Reagan, nel Mar delle Filippine, la cui presenza era già stata segnalata, assieme all’incrociatore missilistico USS Antietam e al cacciatorpediniere USS Higgins. Già nei giorni scorsi, navi militari cinesi seguono i movimenti della flotta statunitense e jet di Pechino sorvolano i cieli in prossimità dell’isola. L’aeronautica militare di Taiwan ha schierato altri otto caccia Mirage 2000 di fabbricazione francese in una base aerea nel sud-est della contea di Taitung. L’esercito di Taiwan si è detto oggi “determinato, capace e fiducioso” di poter proteggere l’isola dalle crescenti minacce della Cina legate a una possibile visita sull’isola della presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi. “Stiamo preparando meticolosamente vari piani e le truppe adeguate saranno inviate per rispondere in linea con i regolamenti di risposta alle situazioni di emergenza e alla minaccia posta dal nemico”, ha reso noto il ministero della Difesa in un comunicato.

La presenza di Nancy Pelosi a Taipei, la capitale di Taiwan, avrebbe un alto significato simbolico ed è pertanto diplomaticamente molto delicata. La Cina rivendica il controllo sull’Isola che viceversa cerca di mantenere la sua indipendenza, appoggiata dagli Stati Uniti. Le tappe ufficiali del viaggio della presidente includono Giappone, Malaysia e Singapore. Secondo il quotidiano locale Liberty Times, Pelosi potrebbe però atterrare a Taiwan già alle e 22.20 (ora locale) di questa sera, 2 agosto. Nessuna delle più alte cariche degli Stati Uniti d’America ha messo piede a Taiwan negli ultimi 25 anni. La portavoce del ministero degli Esteri cinesi Hua Chunying, ha di nuovo aspramente criticato l’eventuale arrivo di Pelosi, aggiungendo che Cina e Usa “hanno mantenuto i contatti a livelli diversi” nella speranza che “i funzionari americani capiscano l’importanza e la sensibilità del problema e quanto possa essere pericoloso”.

Nel frattempo la Cina ha sospeso l’import di beni alimentari da oltre 180 imprese di Taiwan, una mossa che appare come una prima ritorsione contro la visita nell’isola di Nancy Pelosi. I media di Taipei hanno rimarcato che “l’improvvisa mossa delle Dogane cinesi causerà un duro colpo” all’industria alimentare locale, tra agricoltura e pesca. Secondo l’ambasciatore cinese delle Nazioni Unite, Zhang Jun, la visita di Pelosi a Taiwan mina le relazioni tra Cina e Stati Uniti: “Apparentemente questa visita è molto pericolosa e molto provocatoria“, ha osservato durante una conferenza stampa. “Se si dovesse verificare, minerebbe anche le relazioni tra la Cina e gli Stati Uniti”, ha aggiunto il diplomatico. Inoltre “la situazione a Taiwan sta cambiando con il supporto di alcune forze esterne e la sua tendenza all’indipendenza si sta ulteriormente sviluppando. Se non viene fermata, la situazione potrebbe diventare fuori controllo”. Poi l’invito a Washington di “onorare il suo impegno per il principio della Unica Cina”, che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ribadito durante una chiamata con il leader cinese, Xi Jinping.

La Russia ha colto la palla al balzo per attaccare Washington anche in questa situazione. ‘Mossa provocatoria dell’amministrazione statunitense per esercitare pressioni sulla Cina’, ha dichiarato briefing Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, dopo la messa in guardia da parte della Cina contro la visita dell’isola che Pechino considera come proprio territorio.

L’incremento della tensione tra Cina ed Usa ha avuto ripercussioni anche sui mercati con le borse asiatiche tutte in deciso calo. L’indice Composite di Shanghai cede il 2,26% mentre quello di Shenzhen arretra di quasi il 3%. La borsa di Taiwan scende del 2%, quella di Hong Kong del 2,6%. Tokyo a meno 1,4%.

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