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Sylvester Stallone chiede i diritti su ‘Rocky’: “Questione che mi divora l’anima”. Ecco perché non può ottenere ciò che vuole

L'attore batte cassa con il produttore di "Rocky", il franchise a cui il suo nome è indissolubilmente legato. A suo dire non gli è mai stato riconosciuto quanto gli spettava

di Davide Turrini

“Ridatemi almeno una parte dei diritti di Rocky”. L’appello di Sylvester Stallone non sta passando inosservato e fa anche una certa pena. L’immortale maschera di bozzi e sangue del pugile italoamericano che urla “Adrianaaaa”, infatti, non ha mai potuto godere con le dovute abbondanti proporzioni di ciò che generò il franchise di Rocky da lui creato e interpretato nel 1976. Intanto l’appello è apparso, poi rimosso, sulla pagina Instagram dell’attore.

Stallone e l’affondo al produttore di ‘Rocky’

Lì Stallone aveva postato una foto di Irwin Winkler, uno dei più importanti producers della Hollywood 70/80, nonché assieme a Robert Chartoff produttore di Rocky, con un coltello al posto della lingua. “Un lunsinghiero ritratto del grande produttore di Rocky/Creed, Irwin Winkler, da uno uno dei più grandi artisti del Paese (sic!)”, ha scritto Stallone nel post. “Dopo aver controllato Rocky per più di 47 anni, e ora Creed, mi piacerebbe davvero ricevere almeno “quel che è rimasto dei miei diritti”, prima che vengano passati soltanto ai tuoi figli. Credo che sarebbe un leale gesto da questo 93enne gentiluomo, giusto? È una questione dolorosa che mi divora l’anima, perché vorrei lasciare qualcosa di Rocky ai miei figli, anche se è sempre bello sentire parole dai lealissimi fan”.

La nascita di Rocky

Eccolo Rocky Stallone che tenta l’ultimo uppercut verso colui che in qualche modo lo ha vagamente gabbato. Leggenda vuole che Stallone, ancora sconosciuto, apparso in piccolissime comparsate, alcune nemmeno accreditate, come in Bananas di Allen e Mash di Altman, tiene nel cassetto il soggetto di Rocky per diversi anni poi tenta il tutto per tutto, scrive la sceneggiatura di Rocky in tre giorni e nel marzo 1975 attraverso i suoi agenti riesce a convincere Winkler-Chartoff e i distributori della United Artist a produrre il film, ad una condizione però: lui dovrà anche essere protagonista. È in quegli attimi concitati in cui non si capisce bene cosa accadrà al futuro del film che Stallone accetta i 75mila dollari per lo script e due milioni e mezzo per l’interpretazione. Poi a sua detta solo briciole, ovvero qualche milione di dollari, come spiegò a Variety non molti anni fa: “Non ho alcun diritto finanziario e di proprietà su Rocky. Eppure ogni parola, ogni sillaba, ogni errore grammaticale che pronuncia il mio personaggio è farina del mio sacco. È stato scioccante che nessuno mi abbia voluto riconoscere il dovuto, anzi semmai mi è stato detto: “Sei stato pagato, di che ti lamenti?”.

La replica di Winkler

All’epoca dell’intervista a Variety arrivò in via anonima una risposta da parte dell’entuorage di Winkler (tra i film prodotti molti titoli di Scorsese come Toro scatenato e Quei bravi ragazzi; diversi film di Costa Gavras, Hugh Hudson, Peter Bogdanovich): “Ha fatto soldi da ogni punto di vista, e lo fa ancora, quindi non sappiamo di cosa si stia lamentando”. La stessa fonte spiegò che oltre alla saga di Rocky (sei titoli tra il 1976 e il 2006) Stallone ha guadagnato anche 10 milioni di dollari da quello che può essere definito uno spin off di Rocky, Creed, di cui Stallone figura come produttore. Per la cronaca Rocky costò a Winkler&Co. un milione e briciole di dollari e ne guadagnò 225milioni; vinse tre Oscar (film, regia, montaggio) con due nomination (attore, sceneggiatura) per Stallone stesso; nonché è diventato il film sul pugilato più celebre della storia del cinema.

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