di Nicola Gianmarco Ponsillo

Il superbonus era nato per incentivare il risparmio energetico. Dopo 17 modifiche della legge oggi è solo uno strumento che porta fiumi di denaro alle banche e ai ricchi, a spese dello Stato. La mia diretta esperienza ne spiega i motivi: già da alcuni anni avevo deciso di effettuare interventi finalizzati all’efficienza energetica della mia abitazione. Poi, con il decreto rilancio e la possibilità di recuperare le agevolazioni fiscali in tempi brevi, decido di iniziare la pratica superbonus. Circa 1 anno per la progettazione, tutto perfettamente in regola e pronto per iniziare i lavori, ma ormai le banche non accettano più crediti o, nella migliore delle ipotesi, non danno alcuna garanzia che li acquisteranno.

Così, alla ricerca di informazioni sulla complicata normativa superbonus, modificata ben 16 volte, scopro una serie di limiti e cavilli che la rendono di fatto inapplicabile, ma solo per chi non ha una cospicua liquidità. Inoltre scopro che svolgere i lavori con il superbonus costa molto di più per le casse dello Stato rispetto agli stessi lavori svolti senza superbonus: ci sono cospicue spese accessorie delle quali non si capisce il senso. Come se non bastasse le banche che acquistano i tuoi crediti non lo fanno gratis, ma ci guadagnano un 20%. E ancora, se non termini i lavori, gli eventuali incentivi ricevuti devi restituirli con il 30% di sanzioni più gli interessi.

Pertanto è evidente che il superbonus:
1) E’ una misura che agevola solo i ricchi (se le banche non acquistano i loro crediti, i ricchi non subiranno danni: non pagheranno tasse per i prossimi 5 anni)
2) E’ una misura che porta fiumi di denaro alle banche, a spese dello Stato
3) E’ una misura che porta quasi al raddoppio dei costi dei lavori
E così, per poter svolgere i miei lavori, ormai urgenti, trovo l’unica possibilità: rinunciare al superbonus, farli a mie spese (perché così vengono a costare quasi la metà) per poi recuperare la metà delle spese nei prossimi 10 anni.

E qui le conseguenze della mia scelta obbligata: dover pagare le parcelle ai tecnici che hanno redatto la pratica (10mila euro) che di fatto non utilizzerò e dover fare un prestito. In definitiva le detrazioni a cui avevo diritto servono in parte a pagare per qualcosa che lo Stato prima ha promesso, poi ha negato e in parte per pagare le banche. La conclusione è che con il superbonus sono stati tolti soldi ai più poveri per darli ai più ricchi e, come sempre, alle banche. I più poveri pagheranno più tasse anche per i più ricchi.

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