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Tessennano, il paese “ad alto potenziale archeologico” in cui saranno costruiti due impianti fotovoltaici. Soprintendenza “battuta”

Il Consiglio di Stato dà ragione alla Regione che aveva dato le autorizzazioni (e torto alla soprintendente che aveva dato parere contrario)
Tessennano, il paese “ad alto potenziale archeologico” in cui saranno costruiti due impianti fotovoltaici. Soprintendenza “battuta”
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Il Consiglio di Stato ha dato il via libera alla costruzione di due impianti fotovoltaici a Tessennano, in provincia di Viterbo. La pronuncia è arrivata contro il parere del ministero della Cultura. I giudici amministrativi di ultimo grado hanno dato l’ok sia a un impianto da 35.424 megawatt di picco, proposto dalla Limes 15, per una superficie complessiva di circa 58 ettari (nella località Riserva) sia a un altro da 18.395 Mwp, proposto dalla Limes 10, esteso su circa 27 ettari nella località Macchione. Entrambi gli impianti sono vicini al centro abitato.

La Regione Lazio aveva dato le autorizzazioni nel 2020 perché ”in assenza di vincolo sulle aree di progetto il parere del Mibact è da considerarsi non vincolante”. Contro i permessi della Regione si era infatti espressa la soprintendente Margherita Eichberg che in particolare per il primo dei due impianti scrive che “si presenta ad alto potenziale archeologico”, che si trova “adiacente ad una zona di interesse archeologico, essendo interessata dal ritrovamento di evidenze antropiche con una lunga continuità dal II secolo a. C al V d. C.: tombe a cappuccina di età imperiale resti archeologici appartenenti ad una villa rustica di età repubblicana, una cisterna ed una fornace”. Senza contare che nella stessa località sondaggi realizzati dalla soprintendenza riportarono alla luce tra l’altro una necropoli romana di tombe a fossa, una villa rustica romana, una cisterna ipogea, come dice il documento della soprintendente. Non è tutto. Ricognizioni di superficie effettuate dall’Istituto Svedese a Roma nel 2002 rilevarono la presenza di “numerosi frammenti di tegole e coppi forse riferibili ad altre tombe a cappuccina e di una tomba a camera”. In aggiunta, sepolture di epoca etrusca e romana e numerose tombe a camera. Alle criticità archeologiche il parere aggiunge quelle paesaggistiche. “Il territorio viene occupato, sia per quanto attiene il suolo, ma anche in elevato”, conclude la Soprintendente.

Ad “alto potenziale archeologico” risulta anche l’area dell’altro impianto. La stessa soprintendente Eichberg nel suo parere negativo ricorda il rinvenimento nei decenni scorsi di sepolture sulla sommità della collina, di resti di strutture murarie, di un acquedotto e di sepolcri rupestri sulle pendici del Macchione. Oltre a “quattro ambienti sotterranei a pianta rettangolare poco oltre il centro storico di Tessennano”. L’impatto sul paesaggio persino maggiore rispetto a quello provocato dall’altro impianto. Ma il Consiglio di Stato non ha fermato la realizzazione dei progetti.

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