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Bari, 12 arresti per droga: gli ordini sulle chat della Playstation. La procura: “Legalizzare? Può essere una decisione”

A Bari operazione antidroga della Guardia di Finanza: 3 persone in carcere e 9 ai domiciliari. In totale 44 indagati, Il magistrato: "Mi chiedo se c'è consapevolezza della devastazione sociale che l’uso indiscriminato delle droghe comporta"
Bari, 12 arresti per droga: gli ordini sulle chat della Playstation. La procura: “Legalizzare? Può essere una decisione”
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Insospettabili giovani pusher, le comunicazioni via chat per evitare di essere intercettati. Sono alcuni degli elementi della operazione antidroga della Dda di Bari che ha portato a 12 arresti (3 in carcere e 9 ai domiciliari) e un totale di 44 indagati. Tra gli insospettabile la figlia 29enne di un agente di Polizia penitenziaria che faceva il corriere, lo studente delle superiori custode dello stupefacente, giovani bariste diventate esperte nel taglio delle dosi. Tutti agli ordini, secondo gli inquirenti, del pluripregiudicato di Bari Vecchia Davide Monti, 32enne con una lunga storia criminale che gli è valsa , a soli 11 anni, il soprannome di ‘bambino con la pistola

Secondo il giudice per le indagini preliminari questi giovani si sarebbero lasciati “abbagliare dalla promessa di guadagni facili e di fringe benefits come l’uso illimitato di internet, Sky o l’accesso alle sostanze stupefacenti“. L’inchiesta della Guardia di finanza, coordinata dalla Dda di Bari, ha accertato il coinvolgimento di decine di giovani convinti a collaborare all’attività illecita da “vantaggi facili”. In una delle intercettazioni registrate dagli investigatori, ad uno degli insospettabili che il gruppo voleva reclutare viene fatta “una offerta di lavoro” si legge negli atti, con compenso di 30 euro al giorno per restare tutto il giorno nell’appartamento di Turi dove era custodita la droga. “Devi stare a casa mia – era la proposta – , fitto pagato, televisione, ci sta tutto, sky, internet”. L’inchiesta ha documentato anche una cassa comune per pagare le spese legali e mantenere le famiglie dei sodali detenuti.

Le indagini hanno documentato l’uso di utenze telefoniche dedicate intestate a prestanome o di App di messaggistica istantanea come Whatsapp, Facebook, Telegram e chat Playstation, sulle quali le conversazioni avevano uno specifico linguaggio in codice: “dolci” e “caramelle” per lo stupefacente, “minuti” per definire i grammi, “ciliegie” per indicare il muretto a secco in campagna dove lo stupefacente era stato nascosto. Per “salvare” i carichi di droga, poi, i corrieri avrebbero tentato di speronare una pattuglia durante un pedinamento e, in un’altra occasione, di investire un militare ad un posto di blocco. Ma l’aspetto che gli inquirenti hanno definito “allarmante” è la qualità e quantità di insospettabili reclutati dal gruppo.

“Al di là degli aspetti moralistici, mi domando se accettare supinamente che esista il traffico, lo spaccio, il consumo di sostanze stupefacenti sia una scelta socialmente ed economicamente vantaggiosa nell’interesse della collettività. Io spero che si inizino a fare riflessioni serie” ha detto il procuratore aggiunto Francesco Giannella, coordinatore della Dda di Bari, che alla domanda sulla legalizzazione di certe droghe come possibile strategia, ha risposto: “Può essere una decisione, l’importante è che ci rendiamo conto che non è un fatto che non ci riguarda. Mi chiedo se c’è consapevolezza della devastazione sociale che l’uso indiscriminato delle droghe comporta, specialmente nelle giovani generazioni, e del disastro economico per gli enormi capitali destinati all’estero dove la droga di produce”.

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