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“Conte punto di riferimento dei progressisti? Ora mi pare una cosa superata”: Zingaretti si rimangia la definizione di due anni fa

L'ex leader Pd per quella definizione data all'inizio del governo giallorosso fu attaccato. E ora Calenda torna all'attacco: "Dicevano Conte o morte. Ora tutto dimenticato senza una parola di scuse. Diversamente Di Maio"
“Conte punto di riferimento dei progressisti? Ora mi pare una cosa superata”: Zingaretti si rimangia la definizione di due anni fa
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Giuseppe Conte “punto di riferimento dei progressisti”? Nicola Zingaretti oggi non ripeterebbe quella definizione per la quale fu bersagliato per mesi in particolare dai partiti moderati del centrosinistra (presunto). “Lo dissi in un momento particolare: all’indomani dell’elezione di Conte a premier di una nuova alleanza”, racconta l’ex segretario del Pd in un’intervista al podcast di Repubblica, Metropolis. Ora “che sia punto di riferimento mi pare una cosa superata. Un dato di fatto, non un giudizio, eh”. “Chi è Conte oggi? E’ il leader di un partito in grande difficoltà”. E uno dei primi a commentare è proprio Carlo Calenda, leader di Azione: “Hanno inventato un personaggio dal nulla. Hanno scritto o Conte o morte. Hanno bollato come di destra chi rifiutava di allearsi con i 5S. Hanno approvato provvedimenti assurdi e populisti. E ora? Tutto dimenticato. Senza una parola di scuse. Diversamente Di Maio” twitta.

Zingaretti si dice d’accordo con Dario Franceschini, quando dice che se il M5s fa cadere il governo salta anche l’alleanza: “Ha ragione. E non la interpreto come una minaccia. Ha anticipato un dato oggettivo. A pochi mesi dalla scadenza naturale, si fa cadere il governo, e poi si pensa di rifare il governo assieme qualche mese dopo? Non siamo una compagnia di giro”. Enrico Letta può aspirare a essere il prossimo presidente del Consiglio? “Certo. Mi sembra che il leader naturale sia il segretario del partito che avrà più voti”. Poi, certo, bisognerà capire come costruire l’agognato “campo largo”: “Deve fondarsi su un’idea di futuro – dice Zingaretti – Ci vogliono le alleanze, soprattutto in un sistema maggioritario, ma questo campo va costruito sull’idea di Paese. Abbiamo una bella Costituzione che parla di diritto al lavoro, alla scuola, alla sanità, al giusto salario, alla parità di salari tra uomini e donne, ma questi diritti bellissimi della Costituzione oggi non sono attuati o non lo sono pienamente”. “Credo dovremmo costruire un campo di forze politiche, sociali, di sindaci e amministratori che si ritrova nel 2023 per affermare quei valori e su questo perimetro valoriale e di contenuti si combatterà una bella campagna elettorale – prosegue – Le persone andranno a votare se capiranno quali sono le nostre idee e la differenza con quelle degli altri”.

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