Continua la crescita delle prescrizioni di pillole antivirali e monoclonali contro Covid-19 nell’ultima settimana. Ma in totale gli italiani curati sono stati 142.415, gli attualmente positivi in Italia sono quasi 1 milione 200mila. Secondo il 14esimo rapporto dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sull’impiego di questi medicinali somministrabili a domicilio, dal 30 giugno al 6 luglio le richieste di farmaco per molnupiravir (Lagevrio*) di Merck (Msd fuori da Usa e Canada) sono aumentate del 22,4%, mentre sono salite del 32,1% quelle per Paxlovid* (nirmatrelvir-ritonavir) di Pfizer. Complessivamente, salgono a oltre 62mila (62.614) i pazienti Covid curati a casa con Molnupiravir e Paxlovid: finora i trattamenti avviati per Lagevrio sono stati 34.626 e quelli avviati per Paxlovid 27.988, di cui oltre 8.323 attraverso la distribuzione per conto (Dpc). Considerando i dati al 5 luglio, si rileva rispetto all’ultimo rapporto di 2 settimane fa un aumento del 10,4% nei trattamenti avviati con Lagevrio e dell’33% per Paxlovid, ma con un raddoppio (+107%) per Paxlovid in Dpc. Finora Lagevrio è stato prescritto in un totale di 291 strutture, Paxlovid in 273. Il numero più alto di trattamenti avviati con la pillola di Merck dall’apertura del monitoraggio è quello del Lazio (4.771), mentre per Paxlovid in cima c’è la Lombardia (3.453). Per quanto riguarda infine l’antivirale Remdesivir, le voci sono due: risultano in totale 13.102 pazienti non ospedalizzati per i quali è stato avviato un trattamento con questa molecola (+11,9% rispetto all’ultimo monitoraggio) e 94.802 pazienti ricoverati in ospedale trattati col medicinale (+1,44%). Anche per remdesivir negli ultimi 7 giorni si registra un aumento, dell’11,5% per i non ospedalizzati e per il 26,5% in ospedale.

Anche nell’ultima settimana crescono di oltre un terzo le prescrizioni degli anticorpi monoclonali anti-Covid sotrovimab (Xevudy*) ed Evusheld* (tixagevimab-cilgavimab), quest’ultimo usato in prevenzione. Secondo il 55esimo report dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa sull’impiego di questi prodotti, dal 30 giugno al 6 luglio le richieste di farmaco sono aumentate del 32,7% per Xevudy e del 37,2% per Evusheld. Complessivamente, salgono a 66.699 gli italiani che hanno ricevuto anticorpi monoclonali contro Covid-19 dal 10 marzo 2021 – quando questi medicinali sono stati autorizzati in via emergenziale nel nostro Paese – al 6 luglio, indica il rapporto Aifa sul monitoraggio delle prescrizioni, che avvengono in 285 strutture delle 21 regioni della Penisola. Rispetto all’ultima rilevazione, diffusa 2 settimane fa, i pazienti che hanno ricevuto questi farmaci sono aumentati del 3,2%. Sul totale di 66.699, sono 64.297 (+2,2%) quelli che hanno ricevuto monoclonali usati in terapia, e 2.402 (+30,3%) quelli trattati in profilassi con Evusheld. Dall’inizio del monitoraggio, la maggior parte dei pazienti trattati (23.957, +0,2% in 2 settimane) ha ricevuto la combinazione casirivimab-imdevimab (Ronapreve*), seguita da sotrovimab (22.274, +6,2%), ritenuto il solo efficace contro Omicron. In numeri assoluti, Veneto, Lazio e Campania sono in testa per maggiore utilizzo di monoclonali in terapia, mentre Lombardia, Veneto e Lazio guidano le prescrizioni di Evusheld, non ancora partite in tutte le regioni/pa (mancano all’appello Valle d’Aosta, Trento e Molise).

Articolo Precedente

Covid, Ricciardi: “Con un virus così agguerrito le misure vanno alzate, non abbassate. L’Italia ha rinunciato a combatterlo”

next
Articolo Successivo

Milano, crolla la soletta di un edificio in costruzione in viale Espinasse: quattro operai feriti

next