“Io non ho nessun titolo per rimproverare niente a nessuno, ma mi domando per quale motivo Luigi Di Maio si ostini a stare in un Movimento 5 stelle che non gli assomiglia più e al quale non assomiglia assolutamente più”. Così il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commentando a Otto e Mezzo su La7 le vicende interne al Movimento 5 stelle. “Di Maio da mesi ha preso un’altra strada che è quella di Draghi che lo rende molto vicino ai draghiani, a Giorgetti a Forza Italia e a Italia Viva se non fosse per l’incompatibilità personale con Renzi”, continua Travaglio, spiegando che “non è un problema di capacità”.

“Di Maio è completamente diverso dal Di Maio leader del Movimento 5 stelle o ministro dei governi Conte, ha preso un’altra strada e mi domando per quale motivo si ostini a stare in un posto dove si trova a disagio e mette a disagio i suoi compagni di ventura”, come successo, spiega ancora il direttore del Fatto, con il Quirinale. “Lui si è battuto per mandare Draghi al Quirinale e la linea del suo movimento era opposta, Draghi doveva restare a Palazzo Chigi, gliel’hanno perdonata ora ha ricominciato – continua – Ha preso un documento apocrifo per dipingere il suo movimento il suo leader, che lui stesso ha contribuito a far diventare leader, per accusarli di essere contro la Nato e contro l’Ue. Purtroppo è Di Maio che nel suo passato ha delle dichiarazioni in cui diceva che bisognava superare la Nato e fare un referendum per uscire dall’Euro, non mi risulta che Conte abbia mai detto queste cose”. Conte, spiega ancora Travaglio, “non mi risulta che nei vertici Nato si sia mai fatto esplodere con la cintura esplosiva e quanto all’Europa ricordo che Conte ha contribuito a far eleggere von der Leyen e ha portato a casa 209 miliardi di Recovery Fund, insomma mi pare che con la Nato e l’Ue conte abbia sempre avuto rapporti migliori di quelli che in passato aveva Di Maio”.

La domanda, conclude Travaglio è “Di Maio che cosa avrebbe fatto di Di Maio se fosse ancora il capo politico del Movimento, l’avrebbe cacciato a pedate come ha cacciato a pedate un sacco di altra gente per molto meno”. “Mi domano per quale motivo non prende atto del fatto che è diventato un’altra cosa e non lascia che il Movimento tramite i suoi organi decida quello che vuole e ha deciso due settimane fa all’unanimità che sulle armi bisogna passare dal Parlamento. E ci mancherebbe altro dopo mesi di guerra che non fosse il Parlamento a dover discutere di questo tema drammatico, io trovo positivo che ci siano almeno i 5 stelle e ogni tanto la Lega che ne discutono perché gli altri non ne discutono”.

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