Circa 550mila dipendenti della Sanità pubblica del Servizio sanitario nazionale vedranno rinnovato il loro contratto di lavoro. Nella tarda serata di mercoledì è stato infatti firmato l’accordo – una pre-intesa che precede quella definitiva – tra Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) e le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Nursind e Nursing Up. La sottoscrizione dell’ipotesi di rinnovo del contratto collettivo nazionale 2019/2021 riguarda più figure professionali: dagli infermieri ai radiologi, passando per il personale amministrativo, fino ad arrivare alle ostetriche e ai ricercatori. Tra le novità previste dal nuovo accordo c’è un riconoscimento sul fronte economico: l’aumento minimo medio lordo mensile è di 90 euro, ma sono anche previste specifiche indennità di categoria. “La media degli aumenti mensili lordi degli infermieri è tra i 146 e i 170 euro al mese”, fa sapere il Nursind.

A questi, va aggiunta un’indennità di altri 72 euro lordi al mese per gli infermieri. Ma i temi affrontati durante il confronto tra le parti sono stati anche altri: dal ruolo contrattuale sanitario ai permessi a ore – non più limitati alle giornate intere nell’ambito della Legge 104 – dalle progressioni orizzontali agli scatti di stipendio legati all’anzianità e alla valutazione annuale. Le risorse per l’operazione ammontano a 241,6 milioni, che finanzieranno l’indennità del personale assegnato ai servizi di pronto soccorso, il trattamento accessorio e il nuovo ordinamento professionale. Ora il contratto sarà trasmesso dall’Aran al Comitato di Settore per il parere, al Governo per eventuali osservazioni e alla Corte dei conti per la certificazione dei costi.

Positive le reazioni dei sindacati e del mondo politico. “Con questo rinnovo, a fronte delle risorse stanziate dal governo, riconosciamo salario, diritti e tutele a lavoratrici e lavoratori che in questi anni difficili hanno affrontato l’emergenza pandemica garantendo la tenuta del Servizio sanitario nazionale e la salute dei cittadini. Il contratto riconosce a queste lavoratrici e lavoratori un importante riconoscimento del valore e dell’impegno profuso, sia sul fronte del salario che su quello dei diritti, e rappresenta un punto di partenza per un effettivo rilancio del Servizio sanitario, che dovrà passare adesso da maggiori risorse e da assunzioni stabili”, scrivono i sindacati. “Si apre una stagione nuova per il riconoscimento del lavoro nella sanità pubblica del nostro paese. Il contratto è un diritto riconquistato, ora ci aspettiamo un grande investimento nell’occupazione e nel Servizio sanitario nazionale”, ha commentato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “Abbiamo lavorato perché si chiudesse il contratto nel più breve tempo e nel miglior modo possibile. Riteniamo ovviamente sia un punto di caduta tra le parti“, ha inoltre sottolineato il segretario nazionale del sindacato degli infermieri Nursind, Andrea Bottega, precisando che “la media degli aumenti mensili lordi degli infermieri è tra i 146 e i 170 euro al mese”.

Il ministro della Salute Roberto Speranza scrive su facebook: “Un gran bel risultato: 545mila lavoratrici e lavoratori del comparto sanità avranno finalmente il nuovo contratto. La firma dell’intesa è arrivata stanotte con il consenso di tutte le organizzazioni sindacali. L’accordo accresce diritti e tutele e porta un meritato incremento retributivo per tutto il personale del comparto. In particolare, per i circa 270mila infermieri, c’è una valorizzazione con aumenti tra i 146 e i 170 euro al mese. È un passo avanti importante che indica la direzione giusta. Grazie a tutti coloro che sia per la parte pubblica sia in rappresentanza dei lavoratori hanno incessantemente lavorato all’accordo”. Per il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, il rinnovo del contratto è “un passo in avanti importante per il servizio sanitario e rappresenta un riconoscimento dovuto a categorie professionali, come infermieri e operatori socio sanitari, che rappresentano uno dei pilastri su cui si basa l’organizzazione e la qualità del lavoro della nostra sanità”.

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