di Luana Morgilli

Oggigiorno i centri sportivi rappresentano, durante l’infanzia e l’adolescenza, una tra le principali agenzie educative di riferimento assieme a scuola e famiglia. Per questo, è importante riconoscere al contesto sportivo una dimensione educativa ed un ruolo sociale, culturale e ricreativo. La pratica sportiva, infatti, permette di veicolare valori quali la correttezza, l’osservanza delle regole, il rispetto degli altri, il rispetto di se stessi, la solidarietà, educare alla sconfitta e a riconoscere il valore dell’avversario, stimolare la competizione sana e la conoscenza dei propri limiti.

Questo permette anche di stimolare la ricerca del miglioramento personale attraverso l’impegno e l’allenamento delle proprie potenzialità. Inoltre, riveste un’importante funzione aggregativa capace di coinvolgere persone diverse a prescindere dall’età, dalla religione praticata, dall’origine sociale. Infine, al di là delle competenze motorie, l’attività fisica consente di sviluppare competenze cognitive (quali l’attenzione, la concentrazione, la capacità di prendere decisioni, la gestione del tempo, etc), le competenze emotive (tra cui la capacità di gestione della rabbia, dello stress e del livello di attivazione, la crescita dell’autostima, etc) e relazionali (sia con i compagni che con gli adulti di riferimento, ma anche con arbitri e avversari).

È importante sottolineare come le competenze che giovani atleti possono acquisire in ambito sportivo siano trasferibili efficacemente anche ad altri contesti di vita: dall’attività scolastica a quella lavorativa ma anche ad altre attività ludiche e alla vita privata. Infatti, valori quali la solidarietà, la lealtà, il rispetto della persona e delle regole sono i principi fondamentali che possiamo riconoscere ed auspicare in società umana. Alla luce di queste osservazioni è possibile rendersi conto di quanto siano importanti gli aspetti psicologici e relazionali legati alla pratica sportiva, che non si limitano al miglioramento delle prestazioni di alto livello, come facilmente immaginabile quando si ascolta parlare di psicologia e mental training durante competizioni di spicco come Olimpiadi, tornei dello SLAM o campionati di calcio.

Il ruolo e il supporto che gli psicologi dello sport possono apportare al mondo sportivo si basa anche sulla facilitazione dei processi di inclusione e sulla valorizzazione degli aspetti culturali e di crescita personale che interessano chiunque pratichi sport o attività motoria. Per comprendere al meglio queste possibilità e la vasta realtà della psicologia dello sport, l’ordine degli psicologi del Lazio ha realizzato un ebook intitolato “Psicologia dello Sport: dalla teoria alla pratica”, contenente oltre 30 progetti realizzati da psicologi e psicologhe in diverse realtà sportive.

Nel volume, disponibile gratuitamente sul sito dell’ordine, è possibile osservare come la presenza di uno psicologo dello sport permetta di migliorare le relazioni interpersonali attraverso il processo di facilitazione della comunicazione e stimolando lo sviluppo di un linguaggio condiviso e di obiettivi comuni; aiuti a costruire un dialogo aperto e positivo con le famiglie; favorisca la realizzazione di programmi orientati a sostenere e incrementare la crescita degli atleti sia dal punto di vista psicorelazionale che prestazionale; permetta di ottimizzare le competenze psicologiche e relazionali degli staff tecnici; consenta di comprendere aspetti psicologici mediante l’organizzazione e la realizzazione di attività di formazione e informazione rivolte a tutti gli adulti di riferimento e molto altro.

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