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Giuseppe Verdi, la villa di Sant’Agata di Villanova sarà venduta per liquidare gli eredi del maestro. Prelazione allo Stato

Angiolo Carrara Verdi: "Lui l’aveva lasciata all’erede universale Maria Cristina Filomena perché voleva restasse una casa viva, che doveva continuare ad essere abitazione. Mi auguro dunque che chi interverrà in futuro la tratti allo stesso modo, come dimora. Non può diventare solo un freddo museo"
Giuseppe Verdi, la villa di Sant’Agata di Villanova sarà venduta per liquidare gli eredi del maestro. Prelazione allo Stato
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Villa Verdi sarà messa in vendita, probabilmente tramite asta. È la prevedibile conseguenza di decenni di carte bollate e liti tra gli eredi del compositore di Busseto in merito alla sorte dell’immobile di Sant’Agata di Villanova, nel Piacentino. L’ufficialità arriverà con l’ordinanza emessa dal Tribunale di Parma e lo Stato avrà diritto di prelazione.

La sontuosa dimora che ospitò Giuseppe Verdi per mezzo secolo fu lasciata agli eredi, che non sono mai riusciti a trovare un accordo e visto che nessuno ha la possibilità di liquidare gli altri si dovrà andare alla vendita. Si conclude così una battaglia legale, durata 20 anni, tra i quattro fratelli Carrara Verdi (Maria Mercedes, Ludovica, Angiolo ed Emanuela, quest’ultima deceduta nel 2020).

Angiolo Carrara Verdi dal 2010, anno in cui morì la madre, gestisce la dimora di Sant’Agata, progettata da Giuseppe Verdi che vi si trasferì nel 1851. All’interno della villa ci sono molti ricordi della sua vita e delle sue opere. “C’è tanto rammarico – ha spiegato Angiolo Carrara Verdi, parlando al quotidiano piacentino Libertà – era solo una questione di tempo. Si sapeva che sarebbe successo. Non trovando un accordo, la Villa era destinata a questa sgradevole fine. Un finale che di certo non mi sarei mai augurato, ma di fronte cui non posso nulla. Non ho la possibilità di rilevare le quote degli altri e pertanto la dimora sarà messa in vendita”.

La Cassazione ha confermato che l’eredità di Alberto Carrara Verdi, che era scomparso nel 2001, deve essere divisa tra i figli in parti uguali. “Ce l’ho messa tutta – ha aggiunto Angiolo parlando con il quotidiano piacentino – ho cercato di fare il massimo, di mantenerla nel miglior modo possibile. Ho rispettato la volontà del Maestro. Lui l’aveva lasciata all’erede universale Maria Cristina Filomena perché voleva restasse una casa viva, che doveva continuare ad essere abitazione. Mi auguro dunque che chi interverrà in futuro la tratti allo stesso modo, come dimora. Non può diventare solo un freddo museo“.

Rimane invece aperta la causa contro lo Stato per i carteggi verdiani, conservati in un baule, che sono stati espropriati alla famiglia Carrara Verdi. “Noi abbiamo sempre e solo rispettato la volontà del Maestro – sottolinea Angiolo – che desiderava che quei documenti non venissero divulgati e non intendiamo arrenderci. Non è una partita finita”. Si tratta di oltre 600 fogli di abbozzi e schizzi di opere, per la maggior parte inediti, già prelevati dalla villa nel 2017 e custoditi nell’Archivio di Stato di Parma.

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