È stata una giornalista ad accorgersi per prima di quella stella a cinque punte: inciso nel panello d’acciaio di un ascensore della palazzina che ospita il TG2 di Saxa Rubra c’era il simbolo delle Brigate Rosse. È successo sabato 7 maggio negli studi televisivi romani della Rai: la cronista ha subito allertato i colleghi e, d’accordo con i vertici aziendali, l’episodio è stato denunciato ai poliziotti che svolgono servizio a Saxa Rubra, che hanno a loro volta avvisato la Digos e la scientifica. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo d’inchiesta ed è attesa nelle prossime ore una prima informativa degli investigatori. Le forze dell’ordine hanno dunque avviato gli accertamenti e sono stati svolti tutti i rilievi nel luogo del ritrovamento del simbolo, la redazione del Tg2, il telegiornale del secondo canale del servizio pubblico che nei giorni scorsi è finito al centro delle polemiche per la scelta del suo direttore, Gennaro Sangiuliano, di partecipare alla convention di Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni a Milano. Immediata la condanna bipartisan del gesto da parte del mondo politico.

“Solidarietà al direttore Sangiuliano e a tutta la redazione del Tg2, dove è stato ritrovato un simbolo delle Brigate rosse. Un gesto intimidatorio vergognoso e inaccettabile”, ha scritto su Twitter la presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Parla di “gravissimo gesto intimidatorio” Giuseppe Moles, sottosegretario all’Editoria e Vice Presidente del Senatori di Forza Italia sottolineando che “la libertà di informazione nel nostro Paese è sacra ed inviolabile, principio fondante della nostra democrazia”. “Un gesto intimidatorio insopportabile”, “una vile minaccia alla libertà di informazione, da condannare con decisione”, gli fa eco il sottosegretario Sibilia.

“Dopo le polemiche di questi giorni ora arriva una grave minaccia. La libertà di informazione non si tocca”, scrive Giuseppe Conte su Twitter. E dal Pd Enrico Borghi incalza: “Utilizzare un simbolo come quello delle Brigate Rosse, che ha insanguinato l’Italia, è un gesto inqualificabile e vigliacco. Un grave atto, doppiamente da condannare perchè rivolto a operatori dell’informazione”. Anche Giorgia Meloni, leader di FdI, denuncia il “vile atto intimidatorio”, sottolineando che “l’informazione libera è un pilastro indiscutibile della democrazia: la condanna unanime da parte di tutte le forze politiche è doverosa”. Per Matteo Salvini, poi, non c’è “nessuno spazio al fanatismo e all’intimidazione dei giornalisti, soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo: le voci fuori dal coro vengono censurate, attaccate, intimidite”.

Dello stesso tenore l’intervento di Francesco D’Uva, deputato M5s e Questore della Camera che condanna il gesto “fermamente”, “certo che le minacce non potranno fermare il loro lavoro per l’informazione dei cittadini”. “Esprimo la mia solidarietà alla redazione del Tg2. Condanno il linguaggio inquietante dell’intimidazione. La libertà di informazione è un valore che va salvaguardato con forza”, dice anche il senatore e presidente nazionale Udc Antonio De Poli. “Ovviamente non penso che siano risorte le Br, ma che sia spuntato il loro simbolo nell’ascensore del Tg2 dopo le polemiche sul direttore Sangiuliano e le maniacali e infondate denunce e contestazioni di esponenti politici, non è casuale. Siamo per fortuna lontani dagli anni di piombo. Ma circolano troppi cervelli di segatura”, dichiara ancora Maurizio Gasparri (Fi) aggiungendo che “quella delle Br fu una sanguinosa e lunga storia di terrorismo comunista che non va evocata nemmeno per scherzo”. Ettore Rosato si aggiunge, tra i molti altri, a denunciare “l’inquietante minaccia ricevuta. Usare il simbolo delle Br che evoca un passato di terrore e sangue è veramente ignobile” scrive su twitter il presidente di Italia viva.

L’Esecutivo Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, chiede poi “all’azienda la massima attenzione su questa vicenda. Si faccia velocemente chiarezza e si individuino gli autori del gesto; libertà, autonomia e indipendenza dell’informazione di servizio pubblico non possono essere oggetto di intimidazione”, si legge in una nota. E anche il Cdr del Tg2 esprime “la massima indignazione per la provocazione avvenuta nello stabile che ospita la redazione giornalistica: l’incisione di un simbolo delle Brigate Rosse in uno degli ascensori della palazzina del Tg2. Il Cdr – si legge ancora in un comunicato- respinge ogni tentativo di minaccia nei confronti della redazione. Il ritorno a tempi bui pervasi dalla violenza non ci sarà: con il lavoro quotidiano le giornaliste e i giornalisti del Tg2 dicono no alla violenza. Infine l’auspicio che i responsabili dell’ignobile gesto siano al più presto individuati”.

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