Attualità

Polemiche sui talk show, Corrado Formigli su Enrico Mentana: “Mi pare abbia mandato in onda un’intervista al portavoce di Putin”

Una posizione diametralmente opposta, quella dei due volti de La7, Enrico Mentana e Corrado Formigli. Se da un lato il direttore del TgLa7 ieri, 4 maggio, ha scritto un post Facebook nel quale afferma di onorarsi di "non invitare chi sostiene o giustifica l’invasione russa in Ucraina", dall'altra il conduttore di Piazza Pulita in un'intervista a Repubblica replica: "Perché non è giusto sentire figure di grande valore come Slavoj Zizek, Carlo Rovelli, Toni Capuozzo o Bernardo Valli? Dicono che non bisognerebbe invitare Rovelli, perché non è un esperto di geopolitica. Ma la guerra riguarda tutti

di F. Q.

Cristiane Amanpour ha intervistato Peskov, il portavoce di Putin, e mi pare che Enrico Mentana l’abbia mandata in onda. Io in trasmissione inviterei anche Putin“. Così Corrado Formigli in un’intervista a Repubblica. Il conduttore di Piazza Pulita, il talk di approfondimento su politica e attualità de La7, commenta così la lettera scritta ieri, 4 maggio, dal direttore del TgLa7: “Scrissi qui cinque mesi fa che mi onoravo di non aver mai ospitato nel tg che dirigo nessun esponente dei no vax. Allo stesso modo mi onoro oggi di non invitare chi sostiene o giustifica l’invasione russa in Ucraina“, le parole di Mentana su Facebook. Ma Formigli non ci sta e specifica: “Bisogna fare una mediazione, e non da megafono. Fare tutte le domande. Se avessi potuto io avrei intervistato anche Bin Laden. E se fossi vissuto nella seconda guerra mondiale pure Hitler“. Il riferimento è all’intervista al ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov andata in onda a Zona Bianca su Rete4 e condotta da Giuseppe Brindisi: “Un grande colpo giornalistico”, afferma Formigli pur precisando che se al timone ci fosse stato lui avrebbe “fatto qualche domanda in più”. E tornando alla questione ‘opinionisti’ dei talk show (l’ad Rai Fuortes ha dichiarato che gli ospiti dovrebbero non essere pagati e che la ‘forma talk’ è più adatta all’intrattenimento che all’approfondimento), il conduttore di Piazza Pulita definisce eventuali regole di condotta “grottesche. Chi le decide? Il politico di turno? Allora sì che diventiamo come la Russia”. Ancora, una rivendicazione del pluralismo: “Perché non è giusto sentire figure di grande valore come Slavoj Zizek, Carlo Rovelli, Toni Capuozzo o Bernardo Valli? – si chiede Formigli – Dicono che non bisognerebbe invitare Rovelli, perché non è un esperto di geopolitica. Ma la guerra riguarda tutti. E io faccio il giornalista. Oggi ci sarà Vera Politkovskaja, la figlia di Anna”. Quanto al sentimento putiniano in Italia, il conduttore taglia corto: “Non ridurrei il tutto al filoputinismo. C’è un’enorme preoccupazione sulla guerra. Unita a un dolore grande per la sofferenza del popolo ucraino. Cresce perciò la domanda su come fermare le armi. L’escalation mette paura, può colpire anche noi”. Una posizione diametralmente opposta, quella dei due volti de La7, Enrico Mentana e Corrado Formigli. Nella lettera pubblicata ieri su Facebook, il direttore del TgLa7 specificava: “Chi mi dice che così impongo una dittatura informativa, o una censura alle opinioni scomode, rispondo che adotto la stessa linea rispetto ai negazionisti dell’Olocausto, ai cospirazionisti dell’11 settembre, ai terrapiattisti, a chi non crede allo sbarco sulla luna e a chiunque sostiene posizioni controfattuali, come sono quelle di chi associa i vaccini al 5G o alla sostituzione etnica, al Grande Reset, a Soros e Gates o scempiaggini varie. Per me mettere a confronto uno scienziato e uno stregone, sul Covid come su qualsiasi altra materia che riguardi la salute collettiva, non è informazione, come allestire un faccia a faccia tra chi lotta contro la mafia e chi dice che non esiste, tra chi è per la parità tra uomo e donna e chi è contro, tra chi vuole la democrazia e chi sostiene la dittatura”.

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