La campagna per la somministrazione della quarta dose a immunodepressi e over 80 è un flop, spiega – dati alla mano – la Fondazione Gimbe. Nel consueto monitoraggio settimanale sulla pandemia si legge che al 4 maggio sono state somministrate 133.491 quarte dosi tra gli immunodepressi: in base alla platea ufficiale (791.376 persone), aggiornata al 9 marzo, il tasso di copertura nazionale è del 16,9%. Mentre tra gli over 80, fragili (60-79 anni) e ospiti Rsa sono state somministrate 249.780 quarte dosi su una platea potenziale di 4.422.597 persone, con il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 5,6%.

“Nell’ambito di un generalizzato flop delle quarte dosi nelle persone immunocompromesse – commenta Cartabellotta – le inaccettabili diseguaglianze regionali dimostrano da un lato l’efficacia delle strategie di chiamata attiva dall’altra l’immobilismo organizzativo della maggior parte delle Regioni. Ça va sans dire che rispetto all’ulteriore platea di 4,2 milioni di persone candidate a ricevere la quarta dose già emergono nette differenze tra Regioni, oltre che una partenza al ralenti delle somministrazioni”.

Eppure la pandemia è sempre lì e tutti gli indicatori, spiega Gimbe, sono “sostanzialmente in una fase di plateau con lieve tendenza discendente”. Tuttavia, indipendentemente dallo spartiacque normativo del 1° maggio, la circolazione del virus “rimane molto elevata, oltre che ampiamente sottostimata”, dice ancora Cartabellotta. “Ecco perché, indipendentemente da obblighi e raccomandazioni, mantenere la mascherina nei locali al chiuso, specialmente se affollati e/o poco aerati, rimane – sostiene – una strategia indispensabile per ridurre la circolazione virale e proteggersi dal contagio”.

Nella settimana 27 aprile-3 maggio 2022, rispetto alla precedente, Gimbe registra una diminuzione di nuovi casi (394.945 vs 433.321, -8,9%) e dei decessi (962 vs 1.034, -7%). In calo anche i casi attualmente positivi (1.199.960 vs 1.234.976, -2,8%), le persone in isolamento domiciliare (1.189.899 vs 1.224.239, -2,8%), i ricoveri con sintomi (9.695 vs 10.328, -6,1%) e le terapie intensive (366 vs 409, -10,5%). In 18 Regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi (dal -0,7% del Veneto al -18% del Lazio), mentre si registra un incremento Lombardia (+0,7%), Friuli-Venezia Giulia (+5%) e Piemonte (+7,4%). Rispetto alla settimana precedente, in 24 Province si rileva un aumento percentuale dei nuovi casi, in 83 una riduzione.

“Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione – il numero dei posti letto occupati da pazienti Covid scende ancora in terapia intensiva e, dopo la battuta di arresto della scorsa settimana, anche in area medica”. In area medica, dopo il picco di 10.328 registrato il 26 aprile, i posti letto Covid sono scesi a quota 9.695 il 3 maggio. Alla stessa data il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 15% in area medica e 3,9% in area critica. Sono 14 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con l’Umbria che raggiunge il 33,2%, mentre tutte le Regioni si collocano sotto la soglia del 10% per l’area critica.

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