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Covid, accordo tra parti sociali e governo: le mascherine restano obbligatorie nel lavoro privato

L'accordo dopo il confronto tra Cigl, Cisl, Uil e Ugl e i ministeri del Lavoro, della Salute e l'Inail. Le misure di contenimento adottate nei luoghi di lavoro verranno aggiornate entro fine giugno
Covid, accordo tra parti sociali e governo: le mascherine restano obbligatorie nel lavoro privato
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I dipendenti del settore privato saranno obbligati a indossare le mascherine nelle situazioni a rischio. È l’accordo emerso dalla riunione delle parti sociali con i ministeri del Lavoro, della Salute e l’Inail. Verrà dunque mantenuto il Protocollo di sicurezza – di aprile 2021 – per il contrasto al Covid che impone l’uso delle mascherine “in tutti i casi di condivisione degli ambienti di lavoro, al chiuso o all’aperto”. Nel pubblico impiego, il dispositivo di protezione individuale è invece raccomandato. Durante l’incontro è stata inoltre raggiunto l’accordo per cui le misure di contenimento adottate nei luoghi di lavoro verranno aggiornate entro fine giugno.

“La prosecuzione della validità del Protocollo prevede la conferma ed il conseguente aggiornamento dei protocolli aziendali, da rendere concreto attraverso il confronto all’interno del Comitato aziendale, nella sua composizione partecipata”, ha spiegato il segretario confederale Cisl, Angelo Colombini. “Importante l’impegno preso durante l’incontro di rivedere il testo nazionale entro giugno – ha aggiunto – potendo così avere una visione ancor più aggiornata e reale sulla base dei dati del contagio che si registreranno”.

Soddisfatta dell’esito dell’incontro anche la Cgil. “Bene il mantenimento della validità del Protocollo così com’è in tutte le sue parti, così come è utile una successiva verifica a giugno”, ha commentato la segretaria confederale, Francesca Re David, per la quale è stato importante “che oggi sia l’Inail che il ministero della Salute nel loro intervento abbiano ribadito che i rischi Covid sono ancora presenti. Riteniamo quindi fondamentale che il Protocollo e i comitati continuino a svolgere il loro ruolo essenziale a fronte di una pandemia che non è purtroppo ancora finita”.

“Il protocollo Sicurezza anti contagio Covid vive”, ha sottolineato la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, augurandosi che, nonostante la necessità di qualche aggiornamento, “il protocollo resti valido: finché ci sarà rischio contagio, ci saranno sia il protocollo nazionale sia quelli che sono stati sottoscritti nei Settori/Filiere”.

Della stessa opinione è Fiovo Bitti, segretario dell’Ugl, il quale reputa “corretta la linea prudenziale che si è decisa di adottare, considerato comunque l’andamento dei contagi: va valorizzata l’esperienza di questi 2 anni e gli elementi innovativi presenti nel protocollo, a cominciare dai comitati aziendali, nell’ottica di rafforzare la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici”. Bitti auspica che il governo adotti “strumenti incentivanti, compresi il credito di imposta e dei contributi sui dispositivi di protezione individuale e sulla formazione”.

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