Dopo Sekiro e Dark Souls 3 alzare il tiro per From Software era inevitabile per cercare di non incappare nella ripetitività di ambienti e situazioni, e soprattutto per dare agli appassionati della saga un nuovo mondo da esplorare in maniera unica; la scelta di un open world e dell’implementazione di meccaniche nuove ha infiammato i cuori di tantissimi giocatori, ansiosi di trovare un modo per riparare l’anello ancestrale.

Graficamente il nuovo lavoro di From Software è altalenante, spesso vi troverete davanti scenari incredibili, con un uso dei particellari davvero convincente, ma dall’altro lato durante le cavalcate per l’interregno ci saranno spesso caricamenti e popup che spezzano la magia dei luoghi che stiamo visitando, in oltre rallentamenti e perdita di frame ad oggi non sono ancora stati migliorati, il che fa storcere il naso soprattutto sulle console di nuove generazioni, o su pc particolarmente performanti; dall’altro lato l’estetica del gioco è davvero incredibile e ispirata, e sicuramente di più ampio respiro rispetto ai precedenti titoli della software house giapponese, affascinando così il giocatore che rimane catturato dall’ambientazione sempre pronta a sorprendere a ogni nuova area.

Anche il gameplay nasconde luci e ombre, regalando un open world ricco e che permette al giocatore di affrontare il gioco come desidera, ma allo stesso tempo questa meccanica può confondere, relegandolo a una serie di morti cicliche, dato il dislivello dei mob che incontriamo, o dei boss camuffati da tali.

La cripticità di From Software si rivela ancora una volta un’arma a doppio taglio che affascina ma confonde in più di una situazione, soprattutto quando si decide di seguire le quest line dei personaggi secondari, spesso esageratamente intricate e difficoltose, al contrario la trama principale, a cui ha collaborato anche George R. R. Martin, è sicuramente più semplice e lineare.

A movimentare i combattimenti questa volta ci saranno il salto e l’uso del cavallo, due punti che non erano mai stati toccati negli altri giochi e che danno spunto a build completamente differenti tra loro; anche la magia è stata rinnovata e finalmente ricopre un ruolo importante, in modo da offrire una vasta scelta di incantesimi offensivi, rendendo davvero varia l’esperienza di combattimento di Elden Ring, sia nella storia principale che nel pvp, anche se molto spesso un uso della telecamera non troppo ottimizzato rischierà di mettere in pericolo l’intero combattimento.

Dal punto di vista sonoro il gioco non ha temi particolarmente convincenti, fa il suo lavoro in maniera egregia ma nessuna musica vi rimarrà in testa, tranne per il tema principale incredibilmente evocativo.

Elden Ring è un tentativo ambizioso di From Software di rinnovarsi, indubbiamente è stata presa la strada giusta e tutto quello che abbiamo visto in questo gioco non fa che sottolineare la voglia degli sviluppatori di creare nuovi mondi sempre più complessi e incredibili.

Tuttavia affrontare Elder Ring non è una passeggiata, ma un gioco complesso e brutale che può scoraggiare chi non ha mai affrontato un altro titolo From, ma proprio come nel gioco la decisione spetta al giocatore, se affrontare il male presente nel gioco e quindi tutta la soddisfazione che ne deriva mentre abbatterete l’ennesimo boss; se invece state cercando un gioco d’azione di stampo più classico pensateci due volte prima di entrare nell’interregno, perché questa non è un’avventura per chi ama la semplicità.

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