La Russia ha registrato il più grande surplus delle partite correnti almeno dal 1994 raggiungendo, nel primo trimestre del 2022 (quindi includendo il primo mese di conflitto) i 58,2 miliardi di dollari, oltre il doppio che rispetto ai 22,5 miliardi registrati nello stesso periodo del 2021. Lo comunica la Banca centrale russa. Il maxi avanzo della bilancia commerciale (differenza tra valore delle esportazione e delle importazioni) dipende dal fatto che il valore delle esportazioni (principalmente petrolio e gas) è salito sensibilmente con l’incremento dei prezzi e la sostanziale stabilità delle forniture. Per contro sono crollate le importazioni dopo che gli Stati Uniti e i loro alleati hanno imposto sanzioni per l’invasione dell’Ucraina. La banca centrale ha fatto sapere che smetterà temporaneamente di fornire aggiornamenti mensili sulla bilancia commerciale.

“I flussi di esportazione sono rimasti praticamente gli stessi, ma le importazioni sono diminuite drasticamente a causa dei limiti logistici e delle restrizioni imposte dai paesi occidentali”, ha affermato ieri il ministro delle finanze Anton Siluanov in un’intervista pubblicata sul quotidiano Izvestia. Secondo calcoli dell’ufficio studi di Bloomberg gli incassi attesi per Mosca nel 2022 dall’export energetico sono di 320 miliardi di dollari, quasi 100 miliardi in più rispetto al 2020 grazie a prezzi di gas, petrolio e carbone in forte aumento. La guerra che amplifica questi movimenti al rialzo sembra in una qualche misura ripagarsi da sola. La Russia ha “sufficienti” riserve in oro e yuan e sarà in grado di tornare a crescere. Lo afferma la governatrice della Banca Centrale russa Elvira Nabiullina. La Banca Mondiale ha stimato per l’economia russa una contrazione dell’11,2%.

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