“Scegliere l’elettrico senza ‘se’ e senza ‘ma’ sarebbe fare lo stesso errore che si è fatto qualche anno fa scegliendo il gas russo”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, intervenendo in collegamento alla seconda giornata della Scuola politica della Lega a Milano: “La Germania è stata l’unico Paese insieme all’Italia a non sottoscrivere il documento della Cop26 di Glasgow. Io non accettavo che il futuro dell’automotive in Europa debba essere solo elettrico. Noi difendiamo il principio della neutralità tecnologica. Magari in futuro l’auto andrà a idrogeno, magari a biocarburanti”, ha detto Giorgetti, spiegando che legarsi alla solo tecnologia delle auto elettriche significherebbe “affidarsi senza se senza ma una tecnologia totalmente in mano ai cinesi che controllano l’80% delle materie prime necessarie a produrre l’auto elettrica”.

Parole che, però, non trovano il favore del Movimento 5 Stelle: “Il Dpcm promosso dal Ministro Giorgetti che prevede 3 mila euro di sconto per l’acquisto di un’auto elettrica (+ 2 mila in caso di rottamazione della vecchia auto), è un chiaro segnale della mancanza di un piano ben definito in favore della mobilità sostenibile”, ha detto il vicepresidente della commissione Attività produttive alla Camera, Andrea Giarrizzo: “Bastano infatti poche considerazioni per arrivare alla conclusione che, ad oggi, continua ad essere più conveniente l’acquisto di un’auto a benzina o a diesel. Innanzitutto perché continuano ad esserci incentivi nella fascia di emissioni 61-135 g/km; in secondo luogo, perché il contributo per l’acquisto di auto elettriche è diminuito drasticamente, dal momento che fino all’anno scorso, in caso di rottamazione, era previsto un bonus fino a 10 mila euro; parliamo quindi della metà”.

Giova ricordare, nondimeno, che se l’acquisto di un’auto termica risulta ancora più conveniente rispetto a quello di un’elettrica è perché quest’ultima ha prezzi molto più alti (fino al 50%), dovuti ad esempio all’elevato costo del pacco batterie. Pertanto, gli incentivi – che sono ben più sostanziosi nel caso di acquisto dei modelli a corrente – non influiscono sul differenziale di prezzo fra veicoli termici ed elettrici. E sarà così anche per gli anni a venire secondo le stime dei costruttori stessi.

Il principio della neutralità tecnologica, poi, oltre che costituzionale, aprirebbe la porta a soluzioni – vedi carburanti sintetici o idrogeno verde – che potrebbero renderei motori tradizionali puliti tanto quanto quelli a corrente. Giova ricordare, poi, che sono oltre 11.340.000 (28,5% del totale) le vetture circolanti con classe di emissioni Euro 3 o inferiore, con circa 3.580.000 addirittura Euro 0 (9%). Anche considerando l’età media, quasi quattro auto su dieci (37%) hanno 15 anni o più. Sostituirle con vetture termiche con emissioni comprese fra 61-135 g/km contribuirebbe in maniera sostanziale alla decarbonizzazione del parco circolante, rendendo la transizione ecologica più sostenibile per gli utenti e per l’industria stessa, specie alla luce delle vicissitudini dell’ultimo biennio.

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