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Guerra Russia-Ucraina, Papa Francesco: “Il conflitto non è inevitabile. Basta, ci si fermi prima che cancelli l’uomo dalla storia”

Francesco ricorda che è passato più di un mese dall'inizio dell'invasione russa e ribadisce: "Bisogna ripudiare la guerra in quanto luogo di morte, dove i potenti decidono e i poveri muoiono". Il Pontefice chiede che "si tratti seriamente per la pace di fronte al pericolo di autodistruggersi"
Guerra Russia-Ucraina, Papa Francesco: “Il conflitto non è inevitabile. Basta, ci si fermi prima che cancelli l’uomo dalla storia”
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Papa Francesco ha rinnovato il suo appello perché cessi la guerra in Ucraina: “Basta, ci si fermi, tacciano le armi, si tratti seriamente per la pace”. Bisogna ripudiare la guerra in quanto “luogo di morte, dove i padri e le madri seppelliscono i figli, dove gli uomini uccidono i loro fratelli senza averli nemmeno visti, dove i potenti decidono e i poveri muoiono”, ha detto il Pontefice all’Angelus, tornando a parlare del conflitto. “Di fronte al pericolo di autodistruggersi” ha detto il pontefice, “l’umanità comprenda che è giunto il momento di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell’uomo prima che sia lei a cancellare l’uomo dalla storia”.

Francesco ha ricordato che è passato più di un mese dal 24 febbraio, giorno in cui è iniziata l’invasione russa dell’Ucraina: oltre un mese di “questa guerra crudele e insensata che come ogni guerra rappresenta una sconfitta per tutti noi”, un atto “barbaro e sacrilego”. Il pontefice si è rivolto ai rappresentanti politici, pregandoli di guardare alla “martoriata Ucraina dove ogni giorno la guerra peggiora la situazione per tutti”. Nei giorni scorsi, il Pontefice aveva rivolto un importante appello a fermare il riarmo: “Mi vergogno per gli Stati che aumentano la spesa militare al 2%, pazzi!“, aveva dichiarato Francesco.

Per il Papa è necessario fermare la guerra anche perché essa non devasta solo il presente, ma anche “l’avvenire di una società”: distrugge il futuro e provoca traumi drammatici nei “più piccoli innocenti”. Il conflitto armato non può essere qualcosa di inevitabile ed è necessario che non ci abituiamo ad esso: “Dobbiamo convertire lo sdegno di oggi nell’impegno di domani perché se da questa vicenda usciremo come prima saremo in qualche modo tutti colpevoli“.

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