I nuovi dati del report dell’Istituto superiore di sanità sull’andamento del Covid in Italia attestano che, nell’ultima settimana, la percentuale di reinfezioni è pari al 3,4% del totale dei casi, dato che si conferma stabile rispetto alla settimana scorsa. Dal 24 agosto 2021 al 23 marzo 2022, l’istituto ha rilevato 282.654 casi di reinfezione, che equivalgono al 3% del totale dei casi notificati.

In particolare, il rischio di reinfezione è stato studiato relativamente alla diffusione della variante Omicron, che si fa incominciare a partire dal 6 dicembre 2021: chi non è vaccinato risulta avere un maggiore rischio di reinfettarsi, più esposto anche chi si è vaccinato da oltre tre mesi e chi aveva avuto una prima diagnosi da oltre 210 giorni. Sempre in base al report dell’Iss, in generale le donne corrono un rischio maggiore di reinfettarsi, si ipotizza per la maggior presenza femminile in ambito scolastico – dove c’è un’alta intensità di controlli – e anche perché spesso le donne svolgono il ruolo di caregiver in famiglia. Maggiore rischio di reinfezione anche per i più giovani – tra i 12 e i 49 anni – rispetto alla fascia di età tra i 50 e i 59 anni, legato a “comportamenti ed esposizioni a maggior rischio”.

I nuovi dati informano anche sull’efficacia della dose “booster” riguardo alla variante Omicron, che risulta coprire efficacemente il 70% dei vaccinati. Dopo 90 giorni dalla dose booster, la copertura da Omicron scende al 50% dei casi, al 42% dopo un periodo tra i 91 e i 120 giorni, infine del 48% a 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale. L’efficacia della vaccino nel prevenire la “malattia severa” è confermata anche quando trascorrono i tre mesi dal completamento del ciclo: sono coperti il 73% dei vaccinati che hanno completato il ciclo da meno di tre mesi, il 76% di chi si è vaccinato tra i 91 e i 120 giorni prima, sempre il 76% dei casi in chi si è vaccinato da oltre 120 giorni. La copertura contro la “malattia severa” è invece pari al 91% nei soggetti vaccinati con la dose booster si legge nel report.

Per quanto riguarda il numero di nuovi casi, nelle ultime due settimane è confermato l’aumento dell’incidenza del Covid in tutte le fasce d’età: per i ragazzi tra i 10 e i 19 anni si registra “il più alto tasso di incidenza a 14 giorni”, pari a 2.165 casi ogni 100.000 ragazzi di quella fascia d’età, mentre per gli over 80 si registra il valore più basso, con 801 casi per 100.000 abitanti. Il tasso di ospedalizzazione dei malati di Covid rimane stabile in quasi tutte le fasce d’età, con l’eccezione dei bambini sotto i 5 anni, in cui le cifre risultano in aumento.

Stando ai numeri del report dell’Iss, il tasso di ricoveri in terapia intensiva, relativo alla popolazione sopra i 12 anni nel periodo 4 febbraio – 6 marzo, per i non vaccinati “risulta circa 4 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni e circa undici volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster . Il tasso di mortalità relativo alla popolazione di sopra i 12 anni, nel periodo 28 gennaio-27 febbraio, per i non vaccinati, risulta circa quattro volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni e circa quattordici volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster “.

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