Sono discordanti le notizie in merito a Chernobyl, centrale teatro del disastro nucleare del 1986, rimasta senza energia elettrica nelle scorse ore. Secondo il ministero dell’Energia russo gli scienziati bielorussi hanno ripristinato la fornitura di elettricità, tolta nelle scorse ore. Secondo Energoatom, l’azienda di Stato ucraina che gestisce le quattro centrali nucleari nel Paese, non è vero: la notizia annunciata da Mosca è “fake news”. Stando a quanto riferito da Interfax, la Russia ha acconsentito al passaggio di una squadra di riparazione ucraina.

“Le notizie, in arrivo da Russia e Bielorussia, sulla ripresa delle forniture elettriche alla centrale nucleare di Chernobyl, con energia in arrivo dalla Bielorussia sono una provocazione che ha come obiettivo quello di aggravare la situazione”, ha commentato in un comunicato l’azienda per l’energia ucraina, Ukrenergo, sollecitando piuttosto l’introduzione di un cessate il fuoco. Intanto, il ministro degli Esteri ucraino Kuleba ha incontrato in Turchia, ad Antalya, il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi. Lo ha riferito lo stesso capo della diplomazia di Kiev su Twitter. Secondo Kuleba, nel corso dell’incontro si è parlato “di come garantire la sicurezza degli impianti nucleari in Ucraina alla luce dell’invasione russa. Insisto: la Russia deve ritirare immediatamente le forze dalle centrali nucleari di Chernobyl e Zaporizhzhia per evitare un disastro in Europa”.

In merito alla disconnessione elettrica di Chernobyl, Grossi si era detto ‘preoccupato’ e aveva ricordato che “l’approvvigionamento energetico esterno sicuro dalla rete per tutti i siti nucleari” era uno dei sette pilastri indispensabili della sicurezza nucleare da lui delineati nel corso di una riunione del Consiglio dei governatori dell’Iaea lo scorso 2 marzo. La centrale rischiava di non poter effettuare il raffreddamento del combustibile nucleare esaurito, con un potenziale rilascio di sostanza radioattive. Nelle scorse ore, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko aveva detto di aver discusso con il presidente russo Vladimir Putin della situazione e aveva incaricato un team di specialisti bielorussi di ripristinare la fornitura di energia elettrica alla centrale. Lo riferisce Interfax, citando l’agenzia bielorussa BeITA.

Il fisico nucleare del Cnr Valerio Rossi Albertini, ha commentato la notizia del presunto ripristino nel corso di un’intervista all’agenzia AdnKronos: “Se prendiamo per vero che abbiano staccato l’alimentazione elettrica alla centrale, non ai reattori che avrebbero continuato a funzionare, ma ai depositi di scorie radioattive appena prelevate dai reattori, dobbiamo comunque chiarire che non siamo nella stessa condizione di Fukushima dove mancò l’acqua di raffreddamento a causa dello tsunami che travolse la centrale e i reattori andarono fuori controllo perché non erano più raffreddati. Per farla semplice, è un po’ come un motore a scoppio, se uno lo fa funzionare senza che circoli il liquido nel radiatore corre il rischio di fondere. Ed è quello che è successo a Fukushima”. Questa situazione è invece diversa, ha proseguito Rossi Albertini “Perché non stiamo parlando più del motore funzionante ma del combustibile nucleare, cioè le barre di uranio, che quando sono esauste sono ancora molto radioattive e vanno messe in un deposito e raffreddate costantemente. La preoccupazione riguardava la possibilità che questo raffreddamento venisse a cessare. La situazione era senz’altro pericolosa ma non confrontabile con il caso in cui il raffreddamento venisse a mancare a un reattore funzionante”.

Il ministro dell’Energia ucraino Herman Galushchenko aveva commentato: “Terrorismo nucleare non è solo colpire una centrale, ma far lavorare il personale sotto pressione. Perché l’errore di un uomo può costare molto caro”. Galushchenko ha invitato la comunità internazionale a reagire alla situazione. “È importante non solo per la sicurezza dell’Ucraina o dell’Europa, ma di tutto il mondo”, ha affermato. “L’esercito russo deve abbandonare le centrali. Suggeriamo che siano inviate missioni Osce e Iaea per controllare lo stato e la sicurezza degli impianti . Ma soprattutto chiediamo che sia chiuso il cielo in Ucraina”.

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