Donano il loro sangue ai soldati feriti, ma anche ai civili colpiti dagli attacchi russi. Cuciono divise mimetiche e cucinano pasti caldi per l’esercito di Kiev, per i volontari che hanno deciso di imbracciare un fucile per difendere l’Ucraina. Lo stesso fanno per i civili di Mariupol, che attraverso il corridoio umanitario dovrebbero arrivare a Zaporizhzhya. Sono le donne ucraine, quelle che vivono vicino alla centrale grande nucleare d’Europa, nel sud dell’Ucraina, finita sotta sotto attacco russo nei giorni scorsi. Hanno scelto di non partire “per difendere l’idea di Europa, molto forte in loro”. Lo racconta all’Adnkronos l’amministratore di uno dei principali gruppi Facebook che riuniscono italiani in Ucraina. Per sei mesi l’anno vive a Zaporizhzhya dove si occupa di settore immobiliare e servizi a imprese. “Nel mio caso particolare sto facendo arrivare in Italia la famiglia del mio migliore amico, che è ucraino. Moglie, suocera e due bambini di quattro e un anno. Lui non può venire in virtù delle leggi locali”, spiega, aggiungendo che “è plausibile che ora stia lavorando direttamente o indirettamente alla fortificazione della città”, Zaporizhzhya.

L’imprenditore si è anche offerto di adoperarsi per far arrivare in Italia alcune donne che conosce personalmente in città. “Sono in Ucraina dal 2015 e ho provato a invitare verso la ‘salvezza’ molte amiche. Ma quasi tutte mi hanno detto ‘io servo alla mia nazione’ e mi hanno detto che valuteranno ‘l’offerta solo a fine conflitto’”, spiega. Perché quella ucraina “è una popolazione molto orgogliosa”, aggiunge, sottolineando come stiano dimostrando “Una resistenza casa per casa che l’invasore non si aspettava”.

Lo spettro di Chernobyl è riemerso a seguito di quanto accaduto e ha terrorizzato governo e popolazione: “Per diverse ore la popolazione locale ha avuto paura che si trattasse di una seconda Chernobyl, dove le istituzioni nascondevano i reali danni delle centrale”, spiega, dicendo che “poi la situazione si è andata normalizzando”. E “ora, a livello di sicurezza, la situazione dovrebbe essere più tranquilla”. Nel senso che “non dovrebbe esserci un secondo attacco alla centrale di Zaporizhzhya, né a quella di Chernobyl, perché sono controllate dall’esercito russo. Che ci fa lavorare i dipendenti ucraini”.

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