Matteo Renzi ha deciso di dimettersi dal board di Delimobil, la maggiore azienda russa di servizi di car-sharing. Secondo quanto rivelato dal Financial Times, l’ex presidente del Consiglio, che in autunno scorso era stato accusato da Pd-M5s di conflitto di interessi con il suo ruolo di senatore, ha scelto il passo indietro dopo l’invasione russa dell’Ucraina e ha inviato questa mattina un’email al consiglio di amministrazione dell’azienda. Il leader di Italia viva, riferisce il quotidiano finanziario, non ha voluto commentare l’indiscrezione. Delimobil è stata fondata dall’imprenditore italiano Vincenzo Trani, presidente della Camera di commercio italo-russa.

Proprio la Camera di Commercio italo-russa, il mese scorso, ha promosso l’incontro tra Vladimir Putin e alcuni dei top manager italiani. Demobil sarebbe dovuta sbarcare in Borsa alla fine dello scorso anno, ma la quotazione è stata rinviata a causa delle tensioni geopolitiche in corso. Oltre alle dimissioni di Renzi dal board di Demobil, in queste ore sono giunte anche quelle dell’ex premier finlandese Esko Aho, dal board della maggiore banca russa, la Sberbank, nel quale era direttore indipendente e membro del consiglio dei supervisori. “Ho avviato oggi le misure per ritirarmi dal board”, ha annunciato Aho ai media finlandesi.

Renzi era stato fortemente contestato a ottobre scorso per la decisione di entrare nel board di Delimobil. I primi a chiedere spiegazioni erano stati i 5 stelle. “Le mie attività sono pubbliche, trasparenti che rispettano le leggi”, aveva replicato Renzi, intervenendo a Potenza il 12 ottobre scorso. Al leader aveva replicato la vicepresidente del Senato M5s Paola Taverna: “A volte mi chiedo che lavoro faccia Matteo Renzi. È senatore della Repubblica, e quindi come tale dovrebbe occuparsi dei problemi del popolo italiano, oppure è un lobbista? Già, perché dopo le consulenze profumatamente pagate dagli sceicchi dell’Arabia Saudita, ora l’ex premier è entrato anche nel consiglio di amministrazione di Delimobil un colosso russo che si occupa di carsharing la cui sede è in Lussemburgo. Cosa c’entra Renzi col carsharing e con la Russia? Il senatore di Italia Viva deve avere parecchio tempo a disposizione per svolgere tutti questi incarichi e per curare i suoi interessi economici personali. Bravo lui! “. Lo stesso presidente della Camera Roberto Fico, il 4 novembre scorso, aveva commentato la presenza di Renzi a New York per sostenere la quotazione a Wall Street della holding: “Io non lo farei”, aveva risposto. Malumori erano emersi anche dal fronte Pd, con le dichiarazioni del vicesegretario Pd Beppe Provenzano: “Se vuole continuare a fare il businessman sarebbe bene che lasciasse la politica, sono due mestieri diversi. Che un Senatore della Repubblica faccia i suoi interessi privati io penso che sia un grande elemento di degenerazione politica”, aveva detto intervenendo ad Agorà su Rai3.

Articolo Precedente

Gruppo Onorato, le condizioni del Tribunale sul concordato di Moby e Cin: entro il 31 marzo l’accordo con i commissari di Tirrenia

next
Articolo Successivo

Usa, 26 miliardi di risarcimento da J&J e altre tre case farmaceutiche per la crisi sanitaria generata da oppioidi con migliaia di morti

next