LEGGI ANCHE: Crisanti e la villa del ‘600: perché credo che sia denaro speso male (di Sergio Noto, con risposta di Peter Gomez)

“Crisanti e villa Priuli Custoza: Presa con i risparmi. In tv vado sempre gratis”. Ha titolato il Corriere della sera. “Andrea Crisanti compra villa palladiana da due milioni di euro a Vicenza: ma l’ho pagata meno e sarà aperta alle scuole”, Il Messaggero. “Andrea Crisanti compra la villa palladiana a Vicenza: le foto, dove è la casa, quanto è costata, come è stata pagata”, il Gazzettino. “Crisanti prende casa sui colli Berici e acquista una villa palladiana”, Il Giornale di Vicenza. “Andrea Crisanti, la villa e l’invidia sociale”, Il Foglio. “Contro Crisanti l’invidia sociale che avvelena il clima”, Il Giornale. “Andrea Crisanti e la villa del 600, Veronica Gentili sfotte il virologo: il caso a Controcorrente”, Il Tempo. “Andrea Crisanti, la villa e la società: Sfido chiunque a dire che ho lucrato sulla pandemia”, il Mattino. “Crisanti compra la villa da due milioni. Ma non sono ricco grazie al Covid”, La Verità. “Crisanti compra una villa del 600: Ho fatto un mutuo con mia moglie. Non mi sono arricchito con il Covid”, La Repubblica. “Crisanti e la villa del 500: Nessun arricchimento con la pandemia, è frutto di risparmi di una vita”, Corriere del Veneto. “La villa di Crisanti: era abbandonata, 15mila metri quadri, 7 bagni e scantinati “segreti”, l’Huffington post. “Ecco la villa comprata da Crisanti, esultano gli abitanti: finalmente torna a nuova vita”, Il Mattino di Padova.

Non solo quotidiani. La notizia dell’acquisto di villa Priuli-Custoza-Lazzarini a Val Liona, nel vicentino, da parte del microbiologo Andrea Crisanti, ha trovato ampio spazio anche in tv. Ne ha discusso il diretto interessato, ad “Otto e mezzo” su La 7, e a TgSky 24.

Insomma se ne è fatto un gran parlare, come non mai. Quasi per magia l’acquisto ha svelato all’Italia la sua esistenza. Della quale in pochi sapevano, finora. Nonostante la struttura, realizzata nella seconda metà del ‘500 da un architetto che sembra essersi ispirato a Vincenzo Scamozzi, meriti una sua considerazione. Anche per gli affreschi conservati al suo interno.

Nell’annuncio per la vendita se ne descrivevano le caratteristiche:

Il portico anteriore è sormontato da un timpano e la facciata, esposta al sole, presenta un frontone triangolare con camini a cuspide piramidale. Elegante e severa, la villa è impreziosita da un incantevole giardino… Le numerose stanze di questa villa appaiono di un’eleganza unica, arredate con mobilia di grandissimo valore, hanno un incredibile fascino: travi in legno, pareti interamente decorate, caminetti originali d’epoca, pregiati pavimenti, lussuosi lampadari e preziosi quadri sono motivo ricorrente degli interni. La villa padronale è completata da una chiesetta privata e da una grande barchessa, struttura tipica delle ville venete, un edificio rurale di servizio che in passato divideva il corpo della villa ad uso dei proprietari dallo spazio riservato ai contadini e al personale di servizio. Con la sua struttura allungata e interamente porticata, la barchessa aggiunge un ampio spazio funzionale all’intero complesso.

L’annuncio terminava prospettando i possibili utilizzi che si sarebbero potuti fare della struttura:

[…] perfetta come abitazione e come struttura ricettiva di altissimo livello.

L’ha acquistata Crisanti, per farne la sua abitazione. Poteva andare meglio? Certo! Magari l’avrebbe potuto far sua il Comune di Vicenza, oppure la Regione, per trasformarla in un luogo della cultura. Sarebbe stato bello, naturalmente. Ma queste circostanze si verificano raramente. Molto più frequentemente i Palazzi storici, di proprietà privata, vengono messi in vendita ed acquistati. Non dallo Stato. Tanto meno dalle Regioni. E neppure dai Comuni. Vengono acquistati da società oppure da facoltosi signori, il più delle volte per trasformarli in qualcosa che possa assicurarne un business.

Quasi paradossale che l’interesse mediatico si accenda solo quando le proprietà finiscono in vendita. Prima il silenzio. A volte, interrotto da qualche studioso, da qualche associazione, che ne denunciano spesso il degrado, l’abbandono. Che ne mette a repentaglio perfino la sopravvivenza.

Quindi perché ora gridare? Perché stupirsi? Che sia Crisanti ad investire sulla villa sembra impossibile? L’ipotesi che l’invidia c’entri qualcosa nel processo mediatico intentato al virologo, non sembra del tutto peregrina. Anche perché altrimenti non ci indigna per altre operazioni immobiliari? Sono tanti i luoghi esclusivi in Italia nei quali sono state acquistate residenze “principesche”. Da Talamone alla Costa Smeralda. Da Courmayer a Cortina. Allora non c’è nessuno a chiedersi l’origine delle risorse economiche necessarie per gli acquisti?

Il Covid ha certamente assottigliato, ulteriormente, il tessuto sociale del Paese, spargendo rabbia e frustrazione quasi ovunque. Accrescendo le differenze. Facendo aumentare le distanze. Come dimostra questo caso. Nel quale la notizia è che Crisanti abbia avuto le risorse per acquistare una villa del 600. Non che non ci sia stata una sola istituzione che abbia provato a far sua la villa. Il declino del Paese prosegue. Inarrestato.

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