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Djokovic, Malagò: “Giusto che partecipi agli Internazionali di Roma? Assolutamente no”

Il presidente del Coni spiega infatti che "il messaggio è sbagliatissimo" e sottolinea: "Io ricevo decine di mail di genitori imbufaliti perché i figli non fanno più sport: come possiamo sostenere che c'è una legge dello Stato che non fa fare sport ai figli mentre c'è poi chi arriva da fuori e gioca"
Djokovic, Malagò: “Giusto che partecipi agli Internazionali di Roma? Assolutamente no”
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“Giusto che Djokovic non vaccinato partecipi agli Internazionali di Roma? Assolutamente no“. A rispondere alla domanda è Giovanni Malagò, presidente del Coni, in collegamento con Agorà su Rai 3. Malagò entra poi nel merito della questione e spiega che “ammesso e non concesso che si faccia la doccia in un camper o che mangi e si cucini da solo, il messaggio è sbagliatissimo. Se c’è una legge – che magari da qui a maggio cambierà – spiegatemi come diciamo alla gente che lui può e i genitori non possono far fare sport ai propri figli”. “Mi auguro che tutti possano veder giocare Djokovic. Però io ricevo decine di mail di genitori imbufaliti perché i figli non fanno più sport: come possiamo sostenere che c’è una legge dello Stato che non fa fare sport ai figli mentre c’è poi chi arriva da fuori e gioca”, sottolinea infine Malagò.

La risposta del presidente del Coni fa riferimento alla polemica nata da una dichiarazione della sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali, secondo la quale il tennis “è uno sport all’aperto e non è previsto il green pass rafforzato: quindi se Novak Djokovic vorrà venire a giocare in Italia, potrà farlo”, facendo riferimento quindi agli Internazionali di Roma del prossimo maggio. Dichiarazioni che, già il giorno seguente, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa aveva contestato: “Non mi convincono le motivazioni della sottosegretaria Vezzali. Ci sono delle regole che vanno rispettate finché ci sono”. Costa ha spiegato infatti che “creando dei varchi, permettendo delle deroghe, si finisca per dare dei messaggi sbagliati”. “Credo che dobbiamo essere tutti uguali di fronte alle regole, alle norme – ha proseguito il sottosegretario alla Salute -, e chi ha un grande seguito, chi può darci una mano in questa opera a maggior ragione deve dare il buon esempio”.

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