Il tennis “è uno sport all’aperto e non è previsto il green pass rafforzato: quindi se Novak Djokovic vorrà venire a giocare in Italia, potrà farlo. Magari non utilizzando alberghi e ristoranti“. La sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali, conferma a Libero quello che aveva già affermato mercoledì: “Per quanto riguarda il tennis non è previsto il green pass rafforzato quindi se Djokovic vuole venire a giocare gli internazionali di Roma può farlo”. L’Australia non ha vacillato e ha impedito a un giocatore non vaccinato, seppure numero 1 al mondo, di non prendere parte allo Slam di casa. Così prevedevano le regole. Gli organizzatori di Roland Garros e Wimbledon, per ora, hanno annunciato che useranno lo stesso criterio. In Italia, invece, nonostante ci siano forti restrizioni nei confronti delle persone non vaccinate, compreso l’obbligo sul posto di lavoro per gli over 50, una esponente del governo invita un tennista non immunizzato a venire a giocare nel Paese.

Nella vicenda Djokovic il tema sanitario, il contenimento della pandemia, c’entra poco. La questione principale riguarda il rispetto delle regole, che dovrebbero essere uguali per tutti. In secondo luogo, ma non meno importante, il messaggio che si vuole mandare. Di recente il serbo numero uno del tennis, in un’intervista alla Bbc, ha confermato la sua posizione: “Sono disposto – ha spiegato – a non disputare i tornei del Grande Slam se prevedono l’obbligo vaccinale”. In Italia, invece, essendo il tennis uno sport all’aperto e considerato non di contatto, non è previsto l’obbligo di Super green pass (quindi di essere vaccinati o guariti).

Allo stesso tempo, però, come ha ricordato anche Vezzali, senza il certificato verde rafforzato Djokovic non potrebbe dormire in un albergo, bere un caffè al bar o mangiare al ristorante. Non solo. Al momento le regole prevedono l’obbligo di esibire il Super green pass anche per accedere agli spogliatoi e alle docce. Quindi Djokovic potrebbe venire a giocare gli Internazionali di Roma, ma dovrebbe presentarsi al Foro Italico già con la divisa da gioco e subito dopo le partite dovrebbe tornare nel suo alloggio (privato) per lavarsi. E se durante un match il serbo avesse la necessità di espletare un bisogno fisiologico? Servirebbe una toilette a disposizione solo per lui, lontano dagli spogliatoi e dalle docce degli altri tennisti?

A parte i possibili paradossi, l’invito della sottosegretaria Vezzali stride soprattutto con le misure attualmente in vigore in Italia. È vero che il torneo di tennis si disputerà a Roma a inizio maggio, quando molte regole attuali potrebbero essere superate. Ad oggi, però, il super green pass è obbligatorio per tutte le attività sportive al chiuso e anche per gli sport di squadra e di contatto all’aperto. Un ragazzo con più di 12 anni non può giocare a calcio se non è vaccinato. Senza il certificato verde rafforzato non si può entrare nelle palestre e nelle piscine, anche all’aperto. È vero, si può giocare a tennis, ma appunto senza accedere agli altri luoghi del centro sportivo, dal bar agli spogliatoi. Un amatore lo può fare, per un giocatore professionista sarebbe un po’ più complicato.

Articolo Precedente

Ferrari, ecco la nuova F1-75. Binotto: “Per scrivere un’altra pagina di storia” – FOTO

next