Un prete abusatore tra i partecipanti al convegno sul sacerdozio in Vaticano. Fa giustamente scalpore la presenza di monsignor Tony Anatrella, un presbitero dell’arcidiocesi di Parigi sanzionato canonicamente per abusi sessuali, al simposio internazionale Per una teologia fondamentale del sacerdozio, promosso dal cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, e dal Centro di ricerca e di antropologia delle vocazioni. L’evento, che si svolge nell’Aula Paolo VI in Vaticano, è stato aperto da un lungo intervento di Papa Francesco. Monsignor Anatrella, come spiegano Oltretevere, non è stato invitato al simposio né dalla Congregazione per i vescovi, né dagli organizzatori dell’evento, ma si è semplicemente registrato come partecipante al convegno. Una presenza come la sua, però, doveva quantomeno essere vagliata e approvata e non banalmente ratificata visto il suo passato.

Monsignor Anatrella, oggi 81enne, psicanalista francese, molestava sessualmente i suoi giovani pazienti gay che gli chiedevano aiuto per affrontare la loro omosessualità. Il sacerdote spiegava alle sue vittime che era questo il modo giusto per “guarirle”, instillando in loro anche la convinzione che l’omosessualità è una malattia. Entrambi gli ex arcivescovi di Parigi, il cardinale André Vingt-Trois e monsignor Michel Aupetit, avevano aperto un’inchiesta canonica decidendo di sospendere il sacerdote abusatore dall’attività pastorale. Provvedimenti assunti dopo decenni di accuse che all’inizio non erano state prese in seria considerazione, lasciando così che il prete continuasse ad abusare delle sue vittime in modo indisturbato. Anatrella è anche noto per le sue campagne contro i diritti delle persone omosessuali. Il sacerdote è arrivato perfino a sostenere che gli uomini gay allevano bambini violenti e a descrivere l’omosessualità come una “confusione di sesso e sentimenti” che “porta a una confusione delle realtà, a un’impasse”.

Tutto ciò, continuando a insegnare tranquillamente presso la Facoltà di filosofia e di psicologia di Parigi e al Collège des Bernardins. A lungo è stato consultore del Pontificio consiglio per la famiglia e del Pontificio consiglio per la salute, dicasteri entrambi aboliti da Bergoglio, ed è stato anche membro della Commissione internazionale d’inchiesta su Medjugorje presieduta dal cardinale Camillo Ruini. È stato anche professore invitato presso l’Istituto Giovanni Paolo II di Roma e ha pubblicato molte opere tradotte in diverse lingue tra cui La teoria del “gender” e l’origine dell’omosessualità. Nel 2001 l’allora presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, il cardinale Alfonso Lopez Trujillo, aveva scelto proprio Anatrella per compilare alcune tra le voci più delicate, tra cui appunto quelle relative all’omosessualità, del Lexicon dei “termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche”.

La presenza quantomeno inopportuna, per usare un eufemismo, di monsignor Anatrella al simposio sul sacerdozio organizzato in Vaticano, emerge anche dalle parole con le quali il cardinale Ouellet ha introdotto l’evento alla presenza del Papa. “Cosa ci si può attendere – ha affermato il porporato – da una ‘teologia fondamentale del sacerdozio’ nell’attuale contesto storico, dominato dal dramma degli abusi sessuali perpetrati da chierici? Non bisognerebbe piuttosto astenersi dal parlare del sacerdozio, quando peccati e crimini di ministri indegni sono sulle prime pagine della stampa internazionale, per aver tradito il loro impegno o per aver vergognosamente coperto i colpevoli di simili depravazioni? Non bisognerebbe piuttosto tacere, pentirsi e cercare le cause di tali misfatti? Siamo tutti lacerati e umiliati da queste domande cruciali, che ogni giorno ci interrogano come membri della Chiesa di Gesù Cristo. Questa occasione è propizia per esprimere il nostro sincero rammarico e per domandare ancora perdono alle vittime, che soffrono per la loro vita distrutta da comportamenti abusanti e criminali, rimasti per troppo tempo nascosti e trattati con leggerezza, per la volontà di proteggere l’Istituzione e i colpevoli in luogo delle vittime”.

Il cardinale Ouellet ha, inoltre, precisato che il “simposio prende atto del clamore e della rabbia del popolo di Dio; siamo qui, dunque, per unire la nostra voce a quella di coloro che reclamano verità e giustizia, ed elevare la preghiera al padrone della messe per ottenere la grazia di rispondere adeguatamente alle sfide poste dalla crisi sacerdotale del nostro tempo. Riguardo a ciò, ho creduto che occorresse organizzare un evento come questo per fare il punto sugli studi sociologici in corso e analizzare le cause storiche, culturali ed anche teologiche che possano svelare la radice di ciò che Papa Francesco chiama ‘clericalismo’. Questo termine è un vocabolo generico e concreto allo stesso tempo, che descrive un insieme di fenomeni: abusi di potere, abusi spirituali, abusi di coscienza, di cui gli abusi sessuali non sono che la punta dell’iceberg, visibile e perversa, che emerge da deviazioni più profonde da identificare e smascherare”.

Twitter: @FrancescoGrana

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