Momento migliore: anche per ieri sera ne scelgo più di uno. Ditonellapiaga e Rettore, ma soprattutto Ditonellapiaga (senza nulla togliere a Rettore); Drusilla Foer.

Il più grande merito dei Festival di Amadeus è di aver dato visibilità ad artisti bravi, che magari gli addetti ai lavori seguivano con interesse da tempo, con rammarico perché non avevano il successo meritato. Personalmente dico che spesso in passato l’ho pensato per i Coma_cose, Colapesce, La rappresentante di lista, Dimartino e altri che, poi, in questi tre anni, sono andati a Sanremo. E ho provato un senso di giustizia. Lo stesso discorso vale per Ditonellapiaga e, in fondo, anche per Drusilla Foer.

Andatevela ad ascoltare, Ditonellapiaga, nelle sue canzoni, e rivedetela in queste due serate sul palco: performativa in ogni smorfia, precisa, significante sin nei respiri e nei tempi. Uno spettacolo. La canzone è un piccolo saggio di competente energia: liberatoria e centrata, sfacciata e puntuale. Preziosa.

Drusilla, poi, vince tutto. Ma veramente, quanta bravura concentrata in una persona sola! In tv non siamo più abituati, e oramai nemmeno ce lo aspettiamo più, quasi che non sia necessario.

Momento peggiore: Rkomi. Truppi va a Sanremo e fa Truppi a Sanremo. Giusy Ferreri va a Sanremo e fa Giusy Ferreri a Sanremo. Rkomi fa Sangiovanni. Perché? Nell’ultimo anno è stato uno dei più ascoltati, con un canto che si pensava non appartenergli. Evidentemente era questo anche quando faceva il trapper da rivalsa? Mi sembra la strada che molti ex trap stanno prendendo. Si salvano in pochi: Ghali e Tedua su tutti. Altri vanno incontro al successo, forse perché sanno che il loro pubblico adolescente cresce, e così si spostano su un altro target, buono per tutte le stagioni.

Ma, come dice qualcuno, “successo è solo avvenuto, è un participio passato”. Oggi Rkomi può tranquillamente tornare a farsi chiamare Mirko, perché il riocontra non gli appartiene più. L’autenticità un artista se la porta addosso, come una febbre. Rkomi oggi sembra guarito. Più che insuperabile, insopportabile.

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