Momento migliore: Elisa. Però bisogna dire un paio di cose su altrettanti momenti. Se la canzone di Giovanni Truppi sembra dispersiva e contorta è solo perché ci stiamo arrendendo alle note ribattute dei Sangiovanni. Sanremo è Sanremo, contempla solo il segno identico, non la complessità e il senso delle cose. Truppi è troppo per Sanremo, e scusate le allitterazioni. Poi: come acume di scrittura il pezzo “Poco ricco” di Checco Zalone è migliore di tutte le ventiquattro canzoni in gara.

Ma torniamo a Elisa. La musica del brano è molto bella, perché quando l’armonia e la melodia significano, a Sanremo, il testo ha spesso solo il compito di non fare danni. Elisa è una cantautrice matura nel pieno del gusto per il suo mestiere. Spero vinca.

Peggior momento: Tananai. Canzone dal contenuto incredibilmente debole. Lui si sforza di star dentro al contesto sanremese, ma non becca una nota che sia una e questo, nei pur brevi tre minuti e mezzo di una canzone, tende a irritare la pelle anche all’ascoltatore più accondiscendente.

Articolo Precedente

Sanremo 2022, gli ascolti della seconda serata: nuovo record per Amadeus, il 55,8% di share. Il picco con Checco Zalone

next
Articolo Successivo

Cronache di un (altro) Sanremo in pandemia – Lorenza Cesarini parla più della Muti ma con l’ansia da esame di terza media. Checco fuoriclasse

next