È morto Tito Stagno, lo storico telecronista Rai che raccontò agli italiani lo sbarco sulla Luna. A darne notizia, tra gli altri, Giorgio Zanchini nel corso della diretta di Radio Anch’io su Rai Radio1. Stagno, 92 anni, fu volto e voce di Rai1 tra i più noti: fu proprio la sua voce a portare il Paese sulla Luna. “Ha toccato! Ha toccato in questo momento il suolo lunare”: con questa frase il telecronista annunciò l’allunaggio mentre, dalle cuffie in cui sentiva il dialogo tra gli astronauti e la centrale di Houston, ascoltò i tecnici Nasa dire Reached Land”.

Oltre 25 ore di trasmissione, dallo studio 3 di via Teulada, in collegamento con Houston dove c’era Ruggero Orlando, per coinvolgere gli italiani in quell’attimo storico in cui l’uomo mise piede sulla Luna. Una veglia rimasta nell’immaginario collettivo, che il giornalista ricordava spesso con nostalgia ma anche con una punta di amarezza, in quanto gli ricordava “una stagione di entusiasmi, di coraggio, di desiderio di conoscenza che si rivelò poi troppo breve”.

Nato a Cagliari il 4 gennaio 1930, mezzobusto tv negli anni Sessanta e Settanta, Stagno si era appassionato alla vicenda dello Sputnik, lanciato nel 1957: “Me ne occupai io e da allora quel settore in ascesa divenne un po’ il mio”, raccontava. E definiva “leggenda” la storia del battibecco avuto con Orlando proprio durante la storica telecronaca dell’allunaggio. ”Eravamo molto molto amici: comunque, anche per motivi tecnici, io diedi la notizia 20 secondi prima di lui”.

Tito Stagno è stato anche inviato speciale al seguito delle grandi personalità del Novecento e responsabile della Domenica Sportiva, dal 1976 al 1995. Si è raccontato nell’autobiografia Mister Moonlight – Confessioni di un telecronista lunatico, scritta con Sergio Benoni, edita da Minimum Fax. “L’avventurosa biografia di un ragazzino della provincia italiana del Dopoguerra che passa i pomeriggi al cinema e che all’improvviso si trova catapultato sul palcoscenico della storia, e qui si gioca la vita. Con tutta la consapevolezza che non basta essere testimoni del proprio tempo ma bisogna esserne, con curiosità e coraggio, protagonisti”, scriveva nel libro.

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