L’arrivo di Omicron è “un chiaro promemoria” di quello che può succedere se manca ” una distribuzione equa e globale dei vaccini per contrastare l’emergere di varianti pericolose che continuano a mettere a rischio la vita di molti”. Lo scrive Amnesty International Italia in una nota, in cui ricorda che l’obiettivo di garantire la vaccinazione contro il Covid per “almeno il 40% delle persone nei paesi a basso e medio reddito” entro la fine del 2021 “non è stato raggiunto”. Il comunicato stampa della ong si concentra poi sulle misure adottate recentemente dal governo Draghi, in particolare l’obbligo vaccinale per i cittadini sopra i 50 anni e l’estensione del Super green pass anche ai mezzi di trasporto. Amnesty “continua a sollecitare il governo ad ancorare i propri interventi ai principi di legalità, legittimità, necessità, proporzionalità e non discriminazione”. E chiede che “siano previste misure alternative – come l’uso di dispositivi di protezione e di test Covid-19 – per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto, senza discriminazioni”.

Secondo Amnesty, è importante “promuovere forme di comunicazione chiare e inclusive per garantire alla popolazione l’adozione di comportamenti responsabili per la tutela dell’incolumità collettiva”. In questo senso, l’organizzazione per i diritti umani “apprezza il costante monitoraggio sull’andamento dell’epidemia, come risulta, ad esempio, dall’ultimo aggiornamento nazionale pubblicato il 7 gennaio 2022 dall’Istituto Superiore di Sanità”. La Ong promuove dunque la sua campagna “per estendere la possibilità di accedere ai vaccini Covid-19 per tutte le persone, indipendentemente da chi siano e da dove vivano, è un modo importante per proteggere il diritto alla salute delle persone e garantire la protezione dal Covid-19. Avere accesso a informazioni accurate, tempestive e accessibili è anche una componente cruciale del diritto alla salute, in modo che gli individui possano prendere decisioni informate sulla propria salute”, sottolinea la nota.

Amnesty quindi “riconosce la legittima preoccupazione degli stati di aumentare i tassi di vaccinazione“, ma “non sostiene i mandati di vaccinazione obbligatoria generalizzati ed esorta gli stati a considerare qualsiasi requisito di vaccinazione obbligatoria solo come ultima risorsa e se questi sono strettamente in linea con gli standard internazionali sui diritti umani”. La ong “riconosce che ci sono alcune eccezioni limitate che possono permettere agli stati di imporre l’obbligo di vaccinazione, purché questi requisiti soddisfino i principi di legalità, legittimità, necessità, proporzionalità e non discriminazione. Questo significa che ci sono casi in cui l’obbligo di vaccinazione può essere giustificato – spiega Amnesty – purché sia stabilito dalla legge, ritenuto necessario e proporzionato a uno scopo legittimo legato alla protezione della salute pubblica”.

Allo stesso modo anche il Green pass rafforzato deve essere un dispositivo “limitato nel tempo“. Secondo Amnesty, “il governo deve continuare a garantire che l’intera popolazione possa godere dei suoi diritti fondamentali, come il diritto all’istruzione, al lavoro e alle cure, con particolare attenzione ai pazienti non-Covid che hanno bisogno di interventi urgenti e non devono essere penalizzati”. Riguardo allo stato di emergenza, la ong ritiene che il governo debba “riconsiderare attentamente se prorogare la misura oltre il 31 marzo 2022, in quanto tutte le misure di carattere emergenziale devono rispondere ai principi di necessità, temporaneità e proporzionalità“. Amnesty International Italia conclude poi la sua nota ricordando che “continuerà a rivendicare il diritto a manifestare pacificamente forme di dissenso e a garantire il diritto di cronaca degli operatori e delle operatrici dell’informazione, denunciando ogni atto di aggressione o violenza ingiustificata nei loro confronti”.

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