di Alessandro Pezzini

La crisi che non ti aspetti. Sono ormai due interminabili anni che l’emergenza da Coronavirus ha monopolizzato l’attenzione dal mondo, sostituendo la Grande recessione del 2008 dal vertice delle più grandi sfide della nostra epoca. E ora che la variante Omicron appare finalmente meno letale delle precedenti e chi è salito sull’albero maestro giura di aver visto terra all’orizzonte, se siete tutti d’accordo propongo di prenderci almeno un decennio di totale cazzeggio. Appena la pandemia sarà finita, troviamoci un buon governo, lavoriamo il giusto, usciamo molto, incontriamoci e divertiamoci il più possibile. Sarebbe bellissimo.

E invece l’ombra del nuovo dramma sociale si è presentata come una mazzata tra capo e collo. Improvvisamente. I segnali c’erano ma, come spesso accade, li abbiamo ignorati. È infatti notizia attualissima che il senatore Simone Pillon abbia iniziato a schifare anche Sky – dopo avervi rinunciato qualche mese fa – per via dello show Drag Race Italia, pericoloso untore di quella malattia che è l’Lgbt. Lo show è condotto da Tommaso Zorzi – fresco vincitore dello scorso Grande Fratello Vip, condotto da Alfonso Signorini sul quinto canale – che puntualmente ha precisato a Pillon il fatto che il programma incriminato venga trasmesso su Discovery+.

Sky è stato tirato in mezzo in questa vicenda senza aver alcuna responsabilità in merito ma i drammi sociali funzionano così: non guardano in faccia a nessuno. E neanche Pillon. Nossignore! D’altronde, nella moltitudine dei canali Sky, ci sarà pur stata qualche lesbica qua e là, no?

È che, oltre al presunto innocente Sky, Pillon ha sua malgrado compreso di non potersi più fidare neanche di Discovery e Mediaset. E se aggiungiamo al minestrone anche il fatto che, meno di un anno fa, l’Onorevole lamentasse che la qualità del prodotto Rai fosse “intollerabilmente genuflessa ai dettami del laicismo anticristiano e del genderismo Lgbt”, va da sé che il problema ormai è inarrestabile. A Pillon stanno finendo le televisioni.

Non possiamo permettere che il senatore rimanga così male, perché sarebbe una sconfitta dell’inclusività, un inarrestabile malumore che porterà lentamente tutti a mugugnare o a corrugare la fronte. E non è ancora chiaro se questo malanno si possa o meno trasmettere con 5G, tramite antenna o facendo zapping. In ogni caso, non possiamo rischiare.

Nel frattempo, al senatore Pillon consiglio di aprire un proprio canale televisivo in cui condurre un bel programma pieno di patria e famiglia tradizionale. Come dite? Ce ne sono già molti? Fa niente, la prevenzione non è mai troppa. Non si disperi, Onorevole Pillon, la situazione è grave ma non disastrosa. Andrà tutto bene.

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