di Solange Pichler

Il PUG – Piano urbanistico generale – è uno strumento presente in qualsiasi amministrazione comunale. La proposta che i consiglieri del Movimento 5 Stelle della mia città, Modena, hanno presentato la settimana scorsa in consiglio si riferisce ai rioni collegati ai servizi. Al momento non è ancora chiaro come saranno declinate le funzioni dei rioni. Il Movimento 5 Stelle ha proposto delle idee che, a mio parere, sarebbe opportuno replicare in ogni città italiana.

Partendo dal vecchio modello di città – la città delle distanze – la città delle specializzazioni, dove c’era un’area destinata agli alloggi, un’altra destinata al comparto produttivo, al commercio, ai villaggi artigiani e così via, il Movimento 5 Stelle propone una nuova visione: accogliere l’idea della città dei 15 minuti. Una città cioè dove nel raggio di un quarto d’ora ciascun cittadino abbia tutti i servizi essenziali a propria disposizione. Pare che anche l’amministrazione, di centro sinistra, abbia già utilizzato questo termine, ma ora occorre vedere come, secondo loro, la città dei 15 minuti sarà concretizzata.

A Modena esistono già esempi virtuosi. Ad esempio, ultimamente è stata costruita una piazza. Era tantissimo tempo che non se ne costruiva una. Ecco, io vorrei 38 piazze, una per ogni rione in cui l’amministrazione vuole suddividere la città. Luoghi di integrazione interamente pedonalizzati, dove i cittadini possono venire, socializzare, i bambini giocare. Luoghi di aggregazione, un punto di ritrovo per gli abitanti della zona, che si possono ritrovare in 15 minuti, appunto. Nel rione stanno la scuola, il centro sportivo, i negozi essenziali, la farmacia. Ma anche la sorgente urbana, l’area cani, giochi per bambini nel verde, una stazione di bike sharing con una postazione per la ricarica dei veicoli elettrici.

Deve essere possibile vivere nei rioni andando a piedi, in bici o con un comodo ed efficiente Tpl. In ogni rione deve essere presente un centro polifunzionale dove tutti soprattutto le fasce più fragili come anziani, bambini e persone con disabilità possono trovare i servizi essenziali, anche ad esempio di tipo amministrativo. Dove chi deve fare lo Spid, chi deve iscriversi a scuola, chi deve fare un acquisto on-line riesca quindi a trovare un punto di aggregazione e con esso un aiuto. In ogni rione deve esserci un orto urbano e possibilmente un circolo di cura, dove possa avere luogo un intervento di prima necessità. Poi ovviamente ogni rione deve essere organizzato in modo che la rete ciclabile lo colleghi al centro storico, o alla città storica come si vuole dire nel nuovo PUG.

Se il modello di città è questo e in ognuno di questi 38 rioni ci sono questi servizi essenziali allora può essere che il PUG abbia un senso. Se diversamente il modello del PUG resta sulla carta, la città dei 38 rioni dove vengono solo divisi sulla mappa 38 zone senza garantire questi servizi base, il PUG avrà fallito.

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