“Il governo ha il dovere di spiegare in modo chiaro e trasparente l’attuale situazione epidemiologica”. Giuseppe Conte, parlando all’assemblea congiunta del M5s, non si è limitato a chiedere unità in vista del voto sul Quirinale, ma ha scelto di attaccare duramente l’esecutivo per la gestione attuale dell’emergenza sanitaria. La riunione su Zoom era stata convocata proprio per parlare delle nuove misure, e, forse per la prima volta in modo così netto, il leader 5 stelle ha deciso di criticare le ultime mosse del premier Draghi. Secondo l’ex presidente del Consiglio infatti, il governo deve “chiarire le ragioni e gli obiettivi che si vorrebbero raggiungere con le eventuali nuove misure restrittive, così da poter mantenere saldo il rapporto di fiducia e assicurarsi il pieno coinvolgimento dei cittadini”.

Il presidente M5s ha anche stigmatizzato la scelta di non coinvolgere il Parlamento: “Si preannuncia, infatti, il quinto decreto-legge in poche settimane e questo alimenta una certa confusione e la sensazione che i nuovi sacrifici che si imporrebbero ai cittadini potrebbero non essere commisurati agli attesi benefici, anche perché la soglia dei cittadini vaccinati è già alta: 89% di vaccinati con prima dose e 86% con la seconda, se si ragiona della popolazione vaccinabile. Una puntuale informazione vale anche a evitare che si alimentino nuove sacche di diffidenza e quindi di resistenza tra la popolazione”. Per questo, ha detto Conte, il M5s non è d’accordo con l’obbligo vaccinale: “Chiediamo che siano consentiti tempi rapidi di vaccinazione in tutte le aree del Paese, stante la diffusa criticità che diffusamente viene registrata nelle prenotazioni delle dosi booster. Appare paradossale ragionare di obbligo vaccinale quando anche coloro che volontariamente si rendono disponibili per la terza dose incontrano difficoltà a farlo in tempi brevi”.

Conte ha anche parlato di smart working, misura che a livello statale non è stata ancora messa in campo e anzi osteggiata dal ministro Renato Brunetta. “Condizione preliminare perché si possano prendere in considerazioni ulteriori restrizioni è che si introduca subito il ricorso allo smart working”, ha detto Conte rilanciando le parole della ministra M5s Fabiana Dadone in un’intervista al Fatto quotidiano. “E’ inaccettabile che l’Europa faccia massiccio ricorso a questa misura, e proprio noi che siamo stati i capofila l’abbiamo dismessa in questa fase della pandemia”.

Quindi l’ex premier ha ribadito la necessità che “le nuove misure” siano motivate da “evidenze scientifiche”: “Il M5s è stata una forza politica che sin dall’inizio della pandemia si è assunta la responsabilità di lavorare per proteggere la salute dei cittadini e preservare il tessuto produttivo e sociale in modo da garantire una pronta ripartenza. Anche in questa fase continueremo a lavorare con grande responsabilità e precauzione. Le eventuali nuove misure restrittive debbono però avere il conforto di chiare evidenze scientifiche e commisurate alla reale condizione epidemiologica, con ragionevole previsione che siano adeguate rispetto agli obiettivi presi di mira”.

Passando alle proposte concrete, Conte si è espresso perché “sia incrementata la disponibilità di mascherine FFP2 ed efficaci controlli per verificare che i prezzi siano effettivamente calmierati e chiediamo facile accesso ai tamponi e che non vi siano speculazioni su questo fronte”. Poi, parlando del rientro in classe, si è schierato contro la didattica a distanza e a favore di un rientro immediato a scuola: “Va garantito il diritto allo studio in presenza a tutti i nostri alunni e studenti. Non possiamo affidarci nuovamente alla Dad dopo due anni di pandemia. Va garantita la distribuzione delle FFP2 nelle scuole per garantire prevenzione e sicurezza”.

Infine, Conte ha ribadito l’importanze che siano previsti ristori per chi è costretto di nuovo a chiudere: “È assolutamente necessario che le misure restrittive siano accompagnate dalla erogazione di adeguati ristori, fornendo supporto materiale e logistico a chi vede compromesse le proprie attività economiche”, ha dichiarato davanti all’assemblea congiunta. “Occorre finanziare la proroga della CIG con causale Covid-19 e la proroga dell’equiparazione dei periodi di quarantena allo stato di malattia – almeno fino al termine dello stato di emergenza. Dobbiamo programmare uno scostamento di bilancio per queste necessità”. E ha concluso: “Va assicurata l’immediata erogazione delle indennità economiche per gli infermieri, già finanziate un anno fa e non ancora corrisposte”.

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