Il colosso svedese dell’arredamento Ikea ha annunciato che nel 2022 aumenterà i prezzi dei suoi prodotti in media del 9%. “Purtroppo, per la prima volta da quando l’aumento dei costi ha iniziato a influenzare l’economia globale, dovremo trasferire alcuni aumenti sui costi finali per i nostri clienti”, ha affermato Ingka Group, la holding che controlla 367 punti vendita dei 422 di Ikea, ossia oltre il 90% dei suoi negozi nel mondo. In Europa ed Italia i rincari potrebbero essere anche più consistenti. Il + 9% è infatti il ritocco medio a livello globale ma, come spiega l’azienda, i principali aumenti dei costi legati ai trasporti e ai prezzi di fornitura “si fanno sentire principalmente nel Nord America ed Europa“. Gli aumenti avranno variazioni a seconda dei paesi del gruppo e del range, che riflettono le pressioni inflazionistiche locali, ha spiegato Ikea. Nel corso del 2021 il legname è salito del 30% circa.

L’annuncio del gruppo svedese arriva in un contesto di accelerazione dell’inflazione che interessa quasi tutto il mondo. Abbondante liquidità, strozzature delle forniture di materie prime e prodotti finiti oltre ad attriti tra domanda e offerta di lavoro sono i fattori che stanno favorendo una risalita di prezzi. Nella zona euro l’inflazione ha raggiunto a novembre il 4,9% su un anno, record dall’introduzione della moneta unica nel 1999. Negli Stati Uniti l’aumento dei prezzi è stato del 6,8% il mese scorso rispetto a novembre 2020, la sua livello più alto in 39 anni. Ingka Group, ha un fatturato di quasi 40 miliardi di euro l’anno e ha chiuso il 2020 con 1,2 miliardi di utili. È controllata dalla fonazione olandese Stichting Ingka Foundation creata dal fondatore di Ikea Feodor Ingvar Kamprad morto nel 2018.

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