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Irene Pivetti, il gip di Milano non convalida il sequestro di 4 milioni di euro

L'ex presidente della Camera è tra gli indagati per riciclaggio, autoriciclaggio e frode fiscale in un’indagine della Procura di Milano
Irene Pivetti, il gip di Milano non convalida il sequestro di 4 milioni di euro
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Il giudice per le indagini preliminari di Milano Giusy Barbara non ha convalidato il sequestro preventivo di 4 milioni di euro a carico dell’ex presidente della Camera Irene Pivetti e di un suo consulente, tra gli indagati per riciclaggio, autoriciclaggio e frode fiscale effettuato nei giorni scorsi in un’indagine della Procura di Milano su una serie di operazioni commerciali, in particolare la compravendita di tre Ferrari Gran Turismo, che sarebbero servite per riciclare proventi di un’evasione fiscale. Come hanno reso noto fonti legali, è stato disposto il dissequestro e la restituzione della somma ai due indagati.

Nell’inchiesta – chiusa nei giorni scorsi – si ipotizza il ruolo di intermediazione del gruppo Only Italia, presieduto da Irene Pivetti, in operazioni delle società del pilota di automobilismo Leonardo Isolani per nascondere, secondo gli inquirenti, al fisco alcuni beni, tra cui le tre Ferrari, una delle quali è stata sequestrata dalle Fiamme Gialle tempo fa. Secondo la ricostruzione emersa dagli accertamenti i fatti risalgono al 2016. Isolani, che ha un suo “team racing”, avrebbe venduto tutti i beni (attrezzature, marchio e sito web) di una sua società indebitata con l’erario per diversi milioni di euro al fine di svuotarla. Beni che sarebbero andati ad un’altra sua società con base a San Marino, la quale avrebbe venduto di nuovo tutti i beni, e in più le tre Ferrari, ad una società di Hong Kong riferibile a Pivetti. Società quest’ultima che, poi, avrebbe rivenduto ancora gli asset al Gruppo Daohe, del magnate cinese Zhou Xi Jian.

La procura ha chiuso le indagini nei confronti di Pivetti e altre sei persone, ossia il consulente Pier Domenico Peirone, Isolani, la moglie Manuela Mascoli, la figlia di lei Giorgia Giovannelli, il notaio Francesco Maria Trapani e un altro imprenditore. Il gip non ha convalidato in quanto non avrebbe condiviso l’impostazione giuridica della Procura, ritenendo che il reato presupposto ai fatti contestati debba avere una diversa qualificazione.

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