Si sfila, si agitano chiavi, si accendono luci rosa sui palazzi, si espongono migliaia di scarpe rosse.

Le attività di sensibilizzazione contro le violenze sulle donne sono molteplici, sempre di più, come anche si moltiplicano gli spot televisivi che stigmatizzano il maschio violento invitando tutte le donne a reagire, denunciare, farsi coraggio.

A me francamente sembra che tutta la narrazione che si sta facendo sull’argomento ‘violenza sulle donne’ tenda comunque a colpevolizzare o almeno a responsabilizzare solo le donne. Dire cose come: ‘trovate il coraggio di denunciare’, ‘non nascondetevi’, ‘parlate con qualcuno’ somiglia ad una malcelata accusa di inerzia che si aggiunge al grave danno subito.

In casi di violenza contro una donna, gli unici responsabili sono i maschi ignoranti e violenti incapaci di gestire la propria rabbia. Davvero si pensa che manifestazioni, palazzi rosa o scarpe rosse li sensibilizzi a cambiare la loro attitudine? Ma quelli neanche capiscono perché quelle migliaia di donne stanno sfilando e certo un palazzo colorato di rosa non servirà a farli vergognare del loro comportamento indegno.

L’unica strada percorribile è quella dell’educazione dei figli maschi e questa è responsabilità di entrambi i genitori, non certo della sola madre. Finché ci saranno figli maschi allevati nella convinzione che un sesso sia superiore all’altro, che un sesso abbia maggiori diritti dell’altro o che essere femmina comporti ‘doveri’ nei confronti del maschio, non ci sarà alcuna speranza di eliminare quella profonda ignoranza che può poi portare al #femminicidio. Anche la scuola dovrebbe contribuire a questa ‘educazione civica’, non limitandosi alla descrizione di astratti articoli della Costituzione italiana.

Vorrei vedere una scuola che abbia nei suoi programmi questo genere di educazione e in tv degli spot che parlano di questo, non dell’ennesima povera donna che diventa colpevole anche perché non denuncia.

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