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Scuola, quanti sono gli insegnanti di sostegno in Italia e come sono distribuiti: “Gli studenti disabili del Nord sono stati dimenticati”

Il Coordinamento italiano insegnanti di sostegno: “E’ incomprensibile perché al Nord i corsi di specializzazione siano rivolti ad un numero di persone inferiore al fabbisogno. Solo in Lombardia fino a qualche giorno fa mancavano ancora 800 docenti tra posti comune e di sostegno”
Scuola, quanti sono gli insegnanti di sostegno in Italia e come sono distribuiti: “Gli studenti disabili del Nord sono stati dimenticati”
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A due mesi e mezzo dal suono della prima campanella, sono molti gli alunni disabili che non hanno ancora conosciuto il loro insegnante di sostegno oppure che hanno avuto assegnato un precario senza specializzazione. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi aveva annunciato in pompa magna che dal primo settembre i docenti sarebbero stati tutti al loro posto, ma la promessa del professore è smentita dai fatti.

Dati ufficiali a livello nazionale, relativi ai maestri o ai professori di sostegno che non sono ancora arrivati in aula, non ci sono. Ad avere il polso della situazione son le associazioni che si occupano di diversamente abili. Secondo il rapporto di “Save the Children” presentato in questi giorni in Italia nell’anno scolastico 20/21 c’erano 268.671 disabili e 152.521 docenti di sostegno (tra specializzati e non).

Il problema maggiore riguarda – a detta di Evelina Chiocca, presidente del Coordinamento italiano insegnanti di sostegno (Ciis) – in modo particolare la Lombardia e il Veneto ma anche la capitale secondo Ernesto Ciriaci, presidente del “MiSoS”, Movimento insegnanti di sostegno specializzati. “Il Nord – spiega Chiocca – è il grande dimenticato in questa vicenda. E’ incomprensibile perché in Settentrione i corsi di specializzazione siano rivolti ad un numero di persone inferiore al fabbisogno. Solo in Lombardia fino a qualche giorno fa mancavano ancora 800 docenti tra posti comune e di sostegno”. La presidente del “Ciis” racconta di una mamma che proprio in queste ore l’ha chiamata per raccontarle che da un mese non si trova un supplente all’insegnante di sostegno assente.

Tuttavia anche in Sicilia la situazione è paradossale: su oltre 23mila e 500 cattedre quasi dodici mila sono state assegnate a insegnanti di sostegno precari e in parecchi casi (il 20% circa) senza titolo di specializzazione. Lo sa bene Giovanna Suarez mamma di un ragazzo disabile e membro dell’Anffas, associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva: “Per mio figlio sono state fatte quattro nomine, ma non hanno ancora trovato il docente di sostegno. Fino a giugno ci sarà un precario senza specializzazione”.

Il problema principale, per quanto concerne gli insegnanti di sostegno, è che l’Italia è divisa in due. Al Nord non si trovano i docenti di sostegno specializzati perché l’Università non li ha formati. Al Sud ci sono invece migliaia di professionisti disoccupati. Parlano i numeri: negli atenei delle otto regioni meridionali e peninsulari l’offerta formativa è pari a circa 13mila posti contro i 3500 dell’intero Centro Nord. La Sicilia – da sola – fa corsi per 5mila persone. Al contrario, in Toscana si arriva a 985 posti, in Emilia 750 e in Lombardia 720. Detto questo, l’anno scolastico 2021/2022 è cominciato con 278mila disabili in classe e solo 112.370 specializzati di ruolo e non. Le altre sono cattedre “in deroga”, cioè docenti senza la specializzazione.

In quest’ultime settimane molti dirigenti per trovare i docenti di sostegno sono ricorsi alle cosiddette “Mad” (messe a disposizione) andando a pescare tra i curriculum di migliaia di candidati che si sono proposti alle scuole pur non avendo competenze specifiche per insegnare.

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